NUMERO UNO
"Dopo averci pensato a lungo, ho deciso che dopo 22 anni di calcio la prossima partita sarà l'ultima da professionista. Mi sono reso conto di aver concluso il mio percorso, soprattutto a livello mentale". Luca Toni, intervenuto in conferenza stampa questa mattina, ha confermato la notizia che era già nell'aria da diverso tempo. Il bomber di Pavullo lascia il calcio dopo 156 reti in serie A e ben 323 fra i professionisti. A quasi 39 anni (Toni festeggerà il compleanno il prossimo 29 maggio), l'indimenticato bomber viola ha deciso di appendere le scarpette al chiodo, dopo aver vinto tre titoli con il Bayern Monaco (un campionato e due coppe di Germania) e soprattutto la Coppa del Mondo con l'Italia nel 2006.
In entrambe le sue avventure in viola ha sempre lasciato il segno. La sua prima stagione alla Fiorentina è stata devastante: 31 gol in campionato, Scarpa d'Oro e Fiorentina che chiuse al quarto posto, qualificandosi per i preliminari di Champions League (salvo poi non andare in Europa per i noti fatti di Calciopoli). Corteggiato dalle big (Inter su tutte), Toni restò in viola per aiutare la squadra che partiva con la pesante penalizzazione (-19, poi ridotta a -15), con la straordinaria rimonta in viola. Poi il Bayern Monaco, dove Toni vince 2 coppe ed un campionato, prima di un lungo peregrinare. Poi il ritorno, amarcord, in viola, con Toni che stupisce tutti mettendo a segno ben 8 reti in campionato.
La Fiorentina avrebbe voluto tenerlo, con un ruolo da dirigente, ma la voglia di Toni di continuare era tanta: per due stagioni ha trascinato l'Hellas a suon di gol, poi l'ultima, difficile, stagione. Tanti infortuni, l'Hellas che retrocede e Toni che chiude la sua avventura nel calcio giocato. Ora per Toni si apre una nuova vita, e chissà se quell'offerta per un ruolo dirigenziale non sia ancora valida. Lo stesso Toni è stato chiaro su una possibile esperienza da dirigente: "Se preferirei un ruolo da dirigente o allenatore? Vedo colleghi in panchina che invecchiano 5 anni alla volta, non fa per me (ride, ndr). Sarà tutto nuovo, dovrò confrontarmi con una realtà lavorativa diversa e lo farò con umiltà. Cosa mi piacerebbe fare? Sinceramente non so cosa fare di preciso, penso che a livelli alti ci sia poca gente di calcio. Certo, ci vuole gente brava coi conti e con la politica, ma le decisioni devono passare anche da chi ha giocato a calcio, che magari conosce meglio le esigenze dei calciatori. Alla base servono valori che possiede chi ha giocato a alti livelli. Come nel caso del Bayern, che è gestito da Rumenigge, uno che di calcio ne capisce. E forse, un uomo di calcio, potrebbe fare davvero comodo alla Fiorentina.