L'IDEA PIÙ BELLA NELL'ANNO PIÙ DURO
E dire che per comprendere fino in fondo che Firenze e la Fiorentina sono sempre state e saranno una cosa sola, la dirigenza viola c'ha messo un bel po'. Ed è servito il ritorno al timone di un manager navigato come Gino Salica e di una responsabile marketing conosciuta in tutto il mondo (ma fiorentina di nascita) come Laura Masi perché i due aspetti tornassero a combaciare dopo tanti anni dall'ultima volta. Non è un caso dunque che quest'anno tanto la campagna abbonamenti (dove come testimonial sono stati scelti quattro genuini rappresentanti dei quartieri) quanto la nuova maglia (che oltre al viola sarà disponibile anche nei colori bianco, rosso, verde ed azzurro) siano fortemente contraddistinte dalla storia e dalla tradizione di Firenze, con una fusione decisamente innovativa tra calcio moderno e calcio storico. Una scelta finalmente condivisa che però, numeri alla mano, stenta ad essere apprezzata.
Perché in attesa che le nuove divise vengano svelate (l'appuntamento è fissato per mercoledì prossimo a Palagio di Parte Guelfa, uno dei templi della storia di Firenze), i numeri relativi alla campagna di tesseramento procedono a dir poco a rilento. Sono infatti poco meno di 1.300 le tessere che sono state staccate nell'arco di quasi tre settimane dalla Fiorentina, un numero esiguo (meno di 70 abbonamenti al giorno) se si pensa che un anno fa di questi tempi il club viola aveva ottenuto già circa 3.000 adesioni, ovvero più del doppio rispetto alla quota attuale. Il numero, in ogni caso, è destinato a crescere con un ritmo maggiore (fanno sapere da Viale Fanti) ma di questo passo la prospettiva più rosea per chiudere la campagna di fidelizzazione (il termine ultimo è fissato per il 19 agosto) è arrivare a circa 5.000 abbonati. Una cifra disastrosa che la Fiorentina non prende nemmeno in considerazione. Ma che certifica come nell'anno del riavvicimento definito della Viola a Firenze, in città si stia vivendo forse l'estate più difficile dell'ultimo decennio.