IL REFRAIN DELLA LINEA VERDE
Milenkovic di gran lunga la migliore scoperta, Gil Dias in crescita al netto della sfortuna del palo centrato contro la Juve e Dragowski che a furor di popolo viene chiamato in causa. Il tanto decantato progetto giovani, quello sbandierato in quel di Moena mentre i senatori della squadra che fu prendevano altre strade, non è propriamente entrato nel vivo, ma almeno regala e può regalare spiragli di futuro in una stagione ad oggi ben poco entusiasmante.
Di fatto è più o meno lo stesso refrain del girone di ritorno della passata stagione, quando a Paulo Sousa si chiedeva soprattutto di mettere in mostra l'argenteria più giovane di casa viola. Uno stimolo, una vera e propria via di fuga a un'annata già in partenza interlocutoria e purtroppo peggiorata con il passare del tempo. Ma soprattutto l'opportunità di capire su quali cardini poggiare la crescita del ciclo inaugurato questa estate.
Perchè poi, senza stipendi alti o monte ingaggi da favola, sarebbe soprattutto da loro che si potrebbe pensare di passare per aggirare i problemi economici. Individuando elementi cresciuti nel vivaio, dotati magari di identità, e pronti a vestire un ruolo se non propio di bandiera quanto meno di uomo simbolo per qualche anno (leggere alla voce Chiesa). D'altronde in assenza di obiettivi ragionevolmente raggiungibili, e in avvicinamento a una gara che riproporrà ai viola quel Mancini oggi ennesimo giovane lanciato dall'Atalanta, tanto vale credere e investire davvero sui giovani, che si chiamino Milenkovic, Gil Dias, Dragowski o più semplicemente Federico Chiesa.