IL MERCATO VIOLA STENTA ANCORA A DECOLLARE
Mercato difficile, quello della Fiorentina. Bloccato nelle entrate perché le uscite non fioccano. Mazuch riscattato dall'Anderlecht, comproprietà da risolvere e affini, sono le uniche operazioni 'out' della società viola. Che ha belle gatte da pelare, leggi Mutu e Frey, ma anche un Vargas per il quale non arrivano offerte multimilionarie, un Montolivo che vuol agire da regista ma con l'avvento di D'Agostino regista non sarà. Poi altre operazioni, che si faranno, ma che ancora non hanno visto le rispettive fumate bianche. Come Donadel al Genoa, club con il quale la Fiorentina cerca di effettuare una sorta di 'scambio', puntando prima Acquafresca, poi Mesto, poi Palladino, poi chissà. Comotto-Lazio è un matrimonio che s'ha da fare, restano da capire modalità e tempistiche. C'è anche un'altra piccola grana: Zanetti piace da morire alla Roma, Bolatti al River Plate. Tutto bene, sin qua: il problema è che i contanti proposti sono piatto parco rispetto alle attese della Fiorentina.
Ed allora tutti i discorsi relativi a Drenthe, Dembelè, Inler e compagnia cantante sono, per il momento, nel congelatore. Restano piste low-cost vive, come quella che porta allo svincolato Bresciano, a Ferreira Pinto dell'Atalanta, due alternative per una maglia in viola. Un po' poco, in effetti, per scaldare i cuori. Un po' presto, forse, perché anche i motori della Fiorentina si scaldino. Eravamo abituati ad un Corvino che giocava d'anticipo, ma gli altri mercati erano storie a sè. L'allenatore era già certo, volontà e desideri già chiari. Ora si riparte. Servirà pazienza, intanto il primo tassello D'Agostino è già nel mosaico della Fiorentina che sarà.