SFIDA TRA DELUSE
Quella di domenica pomeriggio, inutile ripeterlo, sarà la sfida tra due delle più grandi delusioni di questo campionato di Serie A. Da una parte i pezzettini del grande Bari di Ventura, ovvero quel che rimane di una squadra anno scorso spettacolare, fastidiosa, quasi arrogante nel suo possesso palla prolungato anche nella propria area di rigore. Roba da PlayStation. Altri tempi. I tempi di Giampiero Ventura, mister "Libidine", come lo chiamavano nel capoluogo pugliese. Dall'altra una Fiorentina in faticosa risalita dalle secche della zona retrocessione, mai spettacolare, mai convincente fino in fondo ed orfana delle memorie di quella "maledetta" Champions League di un anno fa. Troppo vicino il ricordo, troppo fulgide le immagini di quelle notti magiche, per non prenderle a paragone di un'annata, come quella che stiamo vivendo, che a confronto diventa insipida come il menù degli ospedali (con tutto il rispetto per le mense delle Asl). Ricordare le gioie di Liverpool, le rivincite di Lione, la rabbia mista a orgoglio di Monaco equivale a girare il classico coltello nella classica piaga.
Ma è utile. A capire da dove arriviamo, chi siamo, cosa vogliamo. E che, in fondo, l'ultimo anno non ci rispecchia, non rispecchia la Fiorentina né i tifosi della Fiorentina. Ma tant'è. I sogni non si possono vivere tutte le notti così come le notti non possono durare in eterno. Tradotto: il momento buio della Fiorentina prima o poi finirà, prima o poi i viola si lasceranno dietro questo benedetto tunnel in cui sembrano essere entrati ormai da un anno. E magari un giorno, torneremo in quel di Monaco, Lione e finalmente Liverpool. Intanto, la realtà dice Bari, chi si accontenta gode…