GRAZIE CESARE, Questa gioia è per te
Piove, su Firenze. Tuona, il cielo sopra le teste del popolo viola. Come se anche lui, il cielo, avesse per tre anni trattenuto un urlo, un'esplosione di gioia, anche di rabbia. E adesso si sfoga. Urla e piange di gioia. Sì. Perchè la rabbia per le ingiustizie subite, per traguardi raggiunti e mai toccati con mano, per cattiverie troppo spesso riversate su questa squadra, è stata una molla fondamentale nel gruppo viola. Non hanno mai abbassato la testa i guerrieri viola, mai. Hanno poggiato un ginocchio a terra, a Cagliari, quando si sono visti sfuggire di mano ciò che con tanta forza avevano stretto per una stagione intera: Coppa UEFA e quarto posto. Sono andati vicini al K.O, ma si sono rialzati, con l'orgoglio che vive solo nell'animo degli eroi, dei vincenti. Hanno mostrato i muscoli, hanno gridato all'Italia e all'Europa la loro voglia di esserci, di vivere da protagonisti. E hanno vinto. Non sono mai stati soli questi magnifici ragazzi. Ieri sera, assistere a 30.000 persone in delirio, letteralmente impazzite di felicità, che per oltre tre ore hanno atteso i loro ragazzi, è stato uno spettacolo indimenticabile. Bambini, mamme, papà, nonni. C'erano tutti ieri allo stadio "Artemio Franchi", la culla di questa piccola squadra, una squadra che ha soli tre anni, ma che cammina alla grande sulle proprie gambe, senza mai doversi appoggiare a niente o a nessuno. Questa bambina, la Fiorentina, va per la sua strada, senza guardare in faccia chi le vuole male, al massimo, ieri pomeriggio, le sarà scappato un sorrisetto malizioso, furbo, tipico dei bimbi. E' felice la Fiorentina, ed è felice Firenze, come non lo era da anni. Ma c'è un uomo che in questo momento starà vivendo emozioni straordinarie. E' il babbo di questa splendida fanciulla viola: Cesare Prandelli. Soffriva, ieri, in panchina, vedeva i suoi ragazzi subire l'ennesima ingiustizia. Non potevano rimanere fuori dalla Champions. Se la meritavano. Avevano già perso, immeritatamente, la possibilità di giocarsi la finale di UEFA. Il bis non era gradito. Ecco perchè non ha smesso un attimo di trasmettere alla sua piccola creatura la voglia di lottare, di non abbassare la testa. Ed ha avuto ragione. A fine gara il MIster aveva un volto molto tirato. Era felice, molto, e nella testa gli saranno volati centinaia di pensieri, avrà visto davanti a sè migliaia di immagini, di ricordi. Dentro di sè avrà sentito Manuela fargli i complimenti, dirgli che lei lo sapeva, perchè era accanto a lui, come sempre. Sono emozioni tipiche che una persona vive nei momenti più belli quando ha perso qualcuno di molto caro. Sei felice, colmo di gioia poi, per una attimo, il pensiero vola a chi non c'è più, e ti senti solo, ma dura un istante, il tempo di alzare gli occhi al cielo, di girarti di fianco, di guardare davanti a te, e di accorgerti che sei circondato da quella persona. E' ovunque. Tutta Firenze, ieri, avrà pensato, anche solo per un secondo, a cosa stesse provando il suo allenatore. E tutta Firenze vuole dedicare a lui questa vittoria, perchè una vittoria così stupenda non cancella il dolore, ma regala sensazioni uniche, che ripagano i tanti sacrifici. La Champions è raggiunta, ed un pizzico di malinconia è stata cancellata. La Fiorentina, la splendida bambina di Prandelli, i ragazzi fantastici con la maglia viola, godono per il loro papà. Hanno vinto per te, Mister.
Piove, su Firenze. Il cielo tuona, sopra le nostre teste. Grazie mister, la Champions è per te. Piove, Cesare. Sono le lacrime di commozione che la città ti dedica.