FIORENTINA, Primi acuti di violino
GILA-GOL. Primi acuti di violino, in una serata a tratti stonata. Gilardino c'è, la Fiorentina quasi. I viola partono forte, poi rallentano, poi si fanno surclassare, poi rialzano la testa, poi la nascondono e, quando i giochi sembravano fatti, tira fuori l'asso dalla manica. Alberto Gilardino torna a suonare e lo fa con un gol spettacolare e ad alto coefficiente emotivo.
MELO RINGHIA TROPPO. Bene, anzi, benissimo il centravanti di Biella, da rivedere e da calmare Felipe Melo. Il mastino brasiliano chiede scusa "live" alla Fiesole per un cross errato ma l'eccessiva foga lo porta ad un doppio giallo che gli farà saltare la gara col Napoli. Prandelli lo invita alla calma a più riprese ma l'ormai idolo incontrastato del pubblico gigliato si fa trascinare dall'entusiasmo e si becca anche il primo rosso dell'anno.
SCELTE DUBBIE. Non ce ne voglia Prandelli, perché in fondo le scelte non sono state frutto del caso ma di un attento lavoro e ragionamento. Kroldrup però è stato un po' macchinoso dietro e se Amauri è stato ingabbiato a dovere da Gamberini, lo stesso non si può dire di Del Piero che ha goduto di ampi spazi e libertà. Almiron, poi, è stata la carta a sorpresa ma lì nel mezzo, in automatismi tanto semplici quanto studiati come quelli viola, ci vuole tempo prima di ambientarsi.
MUTU NON C'ERA. E si sentiva. Osvaldo parte bene, poi si spegne lentamente. Qualche flebile sussulto, ma la luce dell'italo-argentino è offuscata da un Grygera in grande spolvero. Troppo lontano dalla porta per il suo gioco, forse, troppo lontano dalla forma migliore, altrettanto probabilmente.
SOGNARE SI PUO'. La Juventus non si nasconde: punta allo Scudetto. E la Fiorentina le ha tenuto testa, pur con le sue imperfezioni da adolescente ribelle quale è. Manca qualcosa, forse l'amalgama giusta, forse il tempo, forse l'esperienza. Quel qualcosa manca però. Ma quando arriverà, ed i segnali dicono che è questione di poco, la Fiorentina sarà davvero alla pari con le grandi.