FIO-JUVE, La foto-cronaca di un incubo
Un sogno durato poco meno di un quarto d'ora. E un incubo che si è materializzato con disarmante crudezza per tutti quei tifosi che avevano atteso la gara contro la Juve, come l'occasione per un ultimo riscatto. Per i trentacinquemila del “Franchi” sarebbe dovuta essere una serata da ricordare, è stata un'umiliazione difficile da dimenticare. Una vera bolgia, come non se ne ricordavano da tempo dalle parti del Campo di Marte, lo stadio che aspettava la partita. Un trionfo di parrucche la zona circostante del “Franchi” già nel tardo pomeriggio. L'atmosfera della sfida tra Fiorentina e Juventus ha il sapore di una sorta di viaggio indietro nel tempo, quando allo stadio si andava con ampio anticipo. La squadra, intanto, viene accompagnata verso uno stadio dove la festa, o quella che ci si augurava potesse essere una festa, è già cominciata.
Sopra le sciarpe viola parrucche di ogni colore. Rosse, verdi, viola, bianche. L'accoglienza per la Juve di Antonio Conte è servita. Appena le due squadre appaiono dal sottopassaggio il volume sale al massimo, e i più curiosi possono farsi un'idea della coreografia pensata dalla tifoseria gigliata. “Di Firenze vanto e gloria” è scritto sul vetro di un parterre stracolmo, e la Fiesole fa le prove generali, con la maglia del dodicesimo uomo che di lì a poco sarà svelata, che comincia a campeggiare. A un quarto d'ora dall'inizio appare anche Stefano Borgonovo sul maxi-schermo. Gli applausi si mescolano agli incitamenti, mentre scorrono tutti gli auguri dei calciatori di Rossi all'ex viola per il suo quarantottesimo compleanno. Poi il fischio d'inizio.
Dopo dieci minuti sopra la panchina di Conte vola una parrucca scura, ed è un po' se come fosse la prima occasione da rete per la squadra di Rossi, dopo il brivido sul palo di Vucinic. Qualcuno prova a rinfrancare il vicino di posto, il problema è che l'incubo è soltanto all'inizio. Il tempo di domandarsi perché Cerci riceve il rosso diretto da Bergonzi, e la Juve è già sul due a zero. Il resto è la cronaca di un incubo che diventa realtà, centro dopo centro a favore dei bianconeri, insieme alla dura contestazione verso la dirigenza che abbandona la tribuna mentre lo stadio si svuota a più di mezz'ora dal fischio finale. Notte più nera non si poteva immaginare.