EMILIA PARANOICA
Non fu solo ed esclusivamente colpa di Robben, ma certamente il suo gol al Franchi otto anni or sono pesò eccome sul resto del cammino di quella Fiorentina. Non si vedeva da quei tempi, del resto, una squadra incapace di vincere per sette turni consecutivi, e anche se ai tempi di Prandelli si trattò di 4 sconfitte e 3 pareggi la differenza con i cinque pareggi e le due sconfitte raccolte dal 30 settembre a oggi è relativa. Quel che resta è una classifica al di sotto delle già modeste ambizioni societarie, con conseguente malumore dilagante.
Parrà una coincidenza non da poco che il cammino dei viola passi allora da Reggio Emilia, là dove negli ultimi due anni la trasferta contro i neroverdi si è rivelata tutt'altro che banale. Il grande gelo tra tifoseria e proprietà del resto cominciò proprio al Mapei Stadium, agli sgoccioli dell'era Sousa e con un ADV furioso per i cori di contestazione. Fu la gara del labiale di Bernardeschi che anticipò la successiva separazione in estate, giusto a rendere la gita dei tifosi viola ancora più amara.
Alla fine la Fiorentina portò a casa comunque un punto, e di certo le andò meglio rispetto all'anno successivo quando la squadra di Pioli uscì sconfitta. Eppure proprio nel dopo gara di quella sfida tornò a parlare persino Andrea Della Valle, per una volta prodigo di risposte a microfoni e taccuini (erano le prime parole dopo la tragedia di Astori e preannunciavano l'allestimento di una squadra che potesse tornare in Europa). Quella volta meno propenso a lasciare rapidamente lo stadio cedendo qualche battuta all'ufficio stampa come avviene ormai da prassi. Quasi che in Emilia, da Bologna a Reggio, fosse sempre più semplice esternare che non da queste parti.
Domenica contro la squadra di De Zerbi, polemiche a parte, servirà una gara solida, possibilmente anche un'incisività sotto porta che sembra ormai smarrita, perchè questa Fiorentina ha bisogno di interrompere il trend degli ultimi due mesi. Che ci riesca con i nervi o meno, ora come ora, conta poco. Molto di più che a Reggio la Fiorentina sappia giocare senza le tante, troppe paranoie che hanno contraddistinto le ultime sfide al Sassuolo.