CORVINO, Il mercato viola adesso è chiuso
Le parole di Corvino nel corso della presentazione di Bolatti: "Scusate il ritardo per il centrocampista. Chiedo scusa se è arrivato solo il 16 o 17...chiedo scusa se non è come volevate, è alto e biondo, chiedo scusa se qualcuno lo voleva diverso...Qui a Firenze, il calciomercato sembra essere diventato il gioco delle figurine. Ma vi sto abituando bene, perchè i conti tornano per tutti. Sia per la società, che per la squadra, che infine per i nostri tifosi. La nostra esigenza prioritaria era quella di avere una rosa adeguata alle richieste tecniche e ai parametri economici. Oggi i nostri obiettivi sono man mano sono migliorati, partendo con 21 giocatori che era la volontà generale. Oggi siamo 24 giocatori, 21+3 portieri, più i giovani aggregati. Credo che qualche giorno di ritardo possa essere concesso anche per queste considerazioni".
"Bolatti è un centrocampista nazionale, con passaporto comunitario (ha discendenti piemontesi), e con le caratteristiche che il nostro allenatore voleva. Diverse squadre l'hanno cercato, ma grazie alla sua disponibilità alla fine è arrivata prima la Fiorentina. Una trattativa che avrei voluto, se non ci fossero state situazioni tipiche del mercato sudamericano (col Porto l'accordo c'era da dicembre) e altre offerte per lui, chiudere prima ma che è stata finalizzata a rinforzare la rosa. Adesso il mercato è in chiusura, ed è l'ultima volta che mi presento qui per la campagna acquisti e cessioni, e per questo abbiamo distribuito il prospetto della rosa, come sempre facciamo. Infine, d'accordo con la sua Nazionale, non sarà convocato da Maradona per la gara col Costarica".
"Ljajic in rosa, ma secondo Prandelli ancora acerbo? A differenza dalla situazione iniziale, di avere 21 calciatori portieri inclusi, siamo arrivati ad averne 24, cioè 21 con tre portieri. Quindi qualche giocatore in più c'è. La società ha le sue strategie. Servono comunque dei calciatori di grande potenzialità nel gruppo. Se queste potenzialità, in Fiorentina, si chiamano Ljajic o Babacar, che sul mercato varrebbero milioni di euro, è necessario lavorarci per cercare di finalizzare queste potenzialità. Ljajic non è Jovetic. Il tecnico ha voluto far capire che, essendo un giovane anche a livello fisico, è necessario fare un lavoro importante sulla forza fisica. Finchè non ha raggiunto una certa situazione anagrafica, tuttavia, non lo si può fare del tutto. Ma comunque in prospettiva ci sarà modo di lavorarci"
"Ho sempre detto che un diesse deve saper friggere sia con l'olio che con l'acqua...Quest'anno dovevo fare un mercato con quelle che erano le cessioni. Qualche peripezia iniziale c'è stata, perchè prima dovevo cedere, e il primo nome è stato Felipe Melo. Quei soldi poi sono stati spesi fra i vari Marchionni, Zanetti ecc....poi gli ultimi giorni di mercato sono andati via Kuzmanovic e Semioli. Non avendo tempo per reinvestire a modo, ho preferito attendere gennaio. E con Felipe, Ljajic e Bolatti credo che siamo rimasti nel budget pur arrivando a giocatori di qualità. I conti tornano, sia economicamente che tecnicamente. Ho la coscienza a posto, ho fatto il massimo. Nello scetticismo di quest'estate ho già brindato, se qualcuno vuole farlo ora mi trova comunque disponibile. Io lavoro senza ansie e paure, a prescindere da qualche "incendiario" mediatico che si alza la mattina per parlare male a prescindere del nostro lavoro....
"Per quanto riguarda Jorgensen posso dire che a me non ha detto niente. So che ha parlato con Prandelli prima di Natale, ma con me non l'ha fatto. E per me è un giocatore a tutti gli effetti della Fiorentina. Rumenigge che vuole Frey? Sapete benissimo che per quanto mi riguarda il mercato è chiuso. Sia in entrata che in uscita. Poi voi parlerete quello di giugno, perchè sui giornali qualcosa si deve scrivere. Son situazioni con le quali dobbiamo convivere, noi e anche i tifosi. Adesso abbiamo 3 giocatori in scadenza di contratto, e durante tutta la fase gestionale della stagione stiamo valutando e parlando delle diverse situazioni. Da Kroldrup a Gobbi, stiamo parlando con i loro procuratori. Voti? No, no....dateli voi, io non lo voglio più fare...."
"Quest'anno mi son ritrovato a dover soddisfare l'esigenze di questa piazza, seppure con diverse disponibilità. Un po' come se avessi avuto tanti infortunati. Siamo un po' in emergenza tutti. Prandelli, io, e la mia società siamo in emergenza per soddisfare una piazza che pensa di avere non solo il budget, ma anche il fatturato di Roma, Inter, Juve e Milan. Si pensa che sia così, ma non è vero. E la mia proprietà fa già tantissimi sacrifici. E soddisfare chi pensa questo significa lavorare in emergenza. Eppure negli ultimi anni la società, l'allenatore, e il sottoscritto sono comunque riusciti a confermarsi nel tempo. Non c'è grande allenatore senza diesse, e non c'è grande diesse senza grande allenatore. Ed entrambi non possono essere grandi se alle spalle non c'è una grande società. Spero che il concetto sia chiaro...."