AL CENTRO DELL'ATTESA
Tempo di ritorni in casa viola, con la fine di una pausa per gli impegni delle Nazionali resa infinitamente più lunga dalla voglia di ripetersi dopo la sospirata vittoria al Franchi. Ritorni tanto attesi, per ragioni diverse: da un lato si cercano conferme da elementi che contro l'Inter hanno dato nuova linfa all'entusiasmo perduto, si pensi a Babacar e Mati Fernandez, d'altro canto il Franchi aspetta con impaziente curiosità di riabbracciare un proprio simbolo troppo spesso offuscato in questo avvio di stagione. In molti hanno visto crollare ogni certezza acquisita di fronte alle prestazioni opache di Borja Valero: dove sono finiti gli assist a ripetizione, gli stop contro le leggi della fisica, il dominio totale del centrocampo? Montella per primo ha riflettuto, si è posto il quesito, dandosi anche una risposta che fino a qualche mese fa sarebbe apparsa surreale: panchina. E panchina contro l'Inter. A questo punto è severa anche la voce delle statistiche: due assenze su sei partite rappresentano un segnale allarmante per uno che "si allena anche giocando", come ripetuto più volte dal tecnico viola. Altrettanto impressionante è il dato sui gol e sugli assist, ancora fermo a zero.
Eppure, nonostante i numeri e le assenze contro Atalanta ed Inter, una sottile fiducia continua a percorrere Firenze se si pensa a Borja Valero. Una fiducia che probabilmente, ed è un’eccezione pensando a tanti capitoli della recente storia viola, si lega alla consapevolezza di aver trovato alternative a centrocampo come Kurtic e come un Mati Fernandez in grande spolvero. Però, per forza di cose, non può essere lo stesso: Firenze aspetta di ritrovare uno dei fari del corso viola ripartito nel 2012, un uomo entrato nel cuore dei fiorentini persino al di là delle innegabili doti tecniche, grazie ad una sensibilità talmente vicina a quella del popolo viola da renderlo uno di casa qui sulle rive dell'Arno. Ferma restando l’unione con l’ambiente gigliato, quindi, si guarda al campo e si attendono risposte sul piano del rendimento: la partita contro la Lazio può davvero essere l’appuntamento ideale per vedere il numero venti viola, con la sua proverbiale eleganza, riconquistare il proprio regno a centrocampo. La pausa di riflessione è finita e, aspettando Gomez, Firenze vuole aggiungere un ulteriore tassello alle ragioni di un nuovo entusiasmo.