Sugli spalti del Bentegodi di Verona non si gioisce più da tempo. Se il Chievo sta cercando in qualche modo di risollevarsi dopo la fine della sua favola in serie A, in condizioni ben peggiori si trova l’Hellas, che divide l’ultima posizione della classifica di C1 girone A con la Paganese.
SQUADRA ALLO SBANDO - Dopo quattro partite, gli scaligeri hanno collezionato un solo punto, ottenuto dopo uno striminzito pareggio casalingo con la Pro Sesto. Quel che è peggio, la squadra sembra essere totalmente allo sbando, con il destino del tecnico Colomba già appeso a un filo. Le pesanti sconfitte d’inizio stagione hanno immediatamente cancellato quell’entusiasmo che aveva contagiato la tifoseria gialloblù durante l’estate.
CALORE - Il pubblico veronese si era abbonato in massa, ottenendo un risultato storico: quasi 10mila le tessere sottoscritte, dopo i record di Napoli, Fiorentina e Genoa nessuno ha saputo fare meglio in terza serie. L’illusione di un Verona nel ruolo della "Juve della C" è durata solo due minuti: il tempo necessario a Coralli, attaccante del Cittadella, per portare in vantaggio i suoi su rigore all’esordio in un Bentegodi ben presto ammutolito. Dagli applausi si è in breve tempo passati ai fischi, anche perché i giocatori sembrano non rispondere alle indicazioni dell’allenatore: Morante, colui che avrebbe dovuto guidare la rinascita dell’Hellas, non si è ancora sbloccato e domenica è stato sostituito da Colomba nell’intervallo.
AVANTI CON COLOMBA - I primi effetti del disastroso inizio di stagione si sono già rivelati: lunedì scorso si è dimesso il direttore sportivo Giuseppe Cannella, in riva all’Adige da un anno. Il conte Pietro Arvedi D'Emilei, proprietario della squadra, non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione: al posto del dirigente salernitano è stato promosso Riccardo Prisciantelli, responsabile del settore giovanile. Si va avanti con Colomba, almeno fino alla gara con la Cavese: se non arriverà una vittoria, potrebbe esserci spazio per l’ex giocatore "Nanu" Galderisi, idolo della tifoseria.
ALTRA CESSIONE? - Lo stesso patron, che aveva rilevato l’intero pacchetto azionario dal contestatissimo Giambattista Pastorello poco più di un anno fa, non sembra avere già più molta voglia di andare avanti: cominciano quindi a circolare voci sulla possibile cessione della società.
Il lento ma inesorabile declino del Verona cominciò con l’incredibile retrocessione in B della stagione 2001/2002, la prima e ultima insieme al Chievo in A. Dopo un girone d’andata d’alto livello, la squadra allenata da Alberto Malesani, che era giunta a un passo dalla zona Uefa, infilò una lunga serie di risultati negativi. Venne a trovarsi per la prima volta nella zona calda della classifica proprio nel momento sbagliato: l’ultima giornata. A Piacenza bastava un punto, arrivò un mortificante 3-0. In quella squadra muovevano i primi passi nel calcio che conta talenti come Mutu, Camoranesi, Oddo, Gilardino, Bonazzoli e Cassetti, tutti destinati poi a giocare in nazionale e in grandi club.
SPEZIA FATALE - Le sei stagioni tra i cadetti furono avare di soddisfazioni, con l’unica parentesi positiva rappresentata dall’annata 2004-05, in cui il tecnico emergente Ficcadenti mise in mostra un gioco spettacolare e portò alla ribalta elementi come Bogdani, Behrami, Italiano e Adailton. Sono stati tuttavia anni di contestazioni nei confronti della dirigenza e la mazzata finale è arrivata lo scorso giugno, con la retrocessione in C sancita dallo spareggio perso con lo Spezia. Sembrava di aver toccato il fondo, il rischio ora è di cominciare a scavare.