SCONCERTI, La causa dei problemi è Prandelli
La giornata di martedì ha contribuito a fare un minimo di chiarezza in casa Fiorentina, ma con ogni probabilità ai tifosi non sono arrivate tutte le risposte che servivano. L'addio di Diego Della Valle da cariche istituzionali non cambia più di tanto lo scenario e i dubbi sul futuro permangono. Per cercare di capire qualcosa in più su questa intricata vicenda abbiamo raggiunto Mario Sconcerti, ex dirigente viola ed attualmente giornalista che, ovviamente, conosce molto bene le vicende fiorentine. Con lui si parlerà appunto di tutti i temi venuti a galla in queste giornate, ma anche di campionato con la corsa al quarto posto da cui la Fiorentina sembra praticamente tagliata fuori.
Come valuta tutto quanto è successo nella giornata di martedì?
"La causa di tutti i problemi, a questo punto, sembra Prandelli. Che un dirigente gli abbia detto che, se voleva, poteva andarsene è una notizia su cui ho ricevuto conferme, pertanto la cosa mi sembra abbastanza grave a livello di serietà. La lettera di Diego Della Valle, a questo punto, passa in secondo piano e mi pare di capire che possa esserci una contrapposizione fra i due fratelli, sennò se ne sarebbero andati entrambi. Fa pensare anche la conferma di Prandelli mezz'ora dopo la lettera, ma ora bisognerà capire se verrà rispettato il contratto o se verrà prolungato. Nel primo caso la spaccatura rimarrebbe".
Ha fatto bene Della Valle ad usare un giornale per uscire allo scoperto?
"Non so se abbia parlato con Prandelli, ma il fatto che uno parli con il giornale non significhi che non lo abbia fatto prima con l'allenatore. Di solito si fanno entrambe le cose".
Secondo lei Prandelli aveva avuto realmente contatti con la Juventus?
"A quanto ne so era stato contattato, ma sono sicuro che il suo volere era quello di rimanere alla Fiorentina. Ai tempi in cui ero dirigente viola avevo già cercato di portarlo a Firenze, ma lui è una persona molto corretta tanto che mi fece sapere di non voler intavolare trattative poiché aveva un contratto in essere".
Cosa pensa della politica dell'autofinanziamento?
"Credo che l'autofinanziamento non esista come termine, si contraddice da solo perché o ti finanzi o non ti finanzi. Credo voglia dire che debbano esserci stagioni in cui una società fa senza il finanziamento e deve lavorare di gomito sul mercato. Credo sia possibile, non tutti lo possono fare, ma la Fiorentina è nella possibilità tecnica di lavorare bene sul mercato. Con i Della Valle, Corvino e Prandelli sono fiducioso, ma allo stesso tempo i tifosi devono tenere conto che forse la realtà non è quella che pensano. Se si pensa di avere le possibilità che dà la bellezza della città non è così e servono sempre due idee in più per restare al passo con le altre. Ora comandano i bacini d'utenza e Palermo, ad esempio, ha un bacino d'utenza tre volte quello di Firenze. Non parliamo poi di Napoli".
A proposito di Palermo, la squadra rimane in lotta per la Champions e continua a stupire. Se l'aspettava?
"A questi livelli sinceramente no, ma sono contento perché è la squadra più giovane d'Italia ed è un esperimento che in Italia non si vedeva da tempo. Ci sono sei titolari Under 23 e questo è un dato importante".
A questo punto la lotta per la Champions rimane fra Napoli, Palermo e Sampdoria con la Juventus fuori?
"Tutte e quattro le squadre hanno qualche problema, non a caso il Palermo è quarto a 51 punti, mentre l'anno scorso il Genoa lo era, ma con 57. Questo è un campionato lento perciò tutte le squadre in corsa hanno problemi. Io spero comunque vinca il Palermo perché è una realtà nuova e diversa".
Si aspettava, comunque, che in corsa potessero esserci anche Napoli e Sampdoria?
"Il Napoli sì, anche se era evidente che mancava un centravanti, mentre la Sampdoria è stata guidata molto bene perché non è una grande squadra. Cassano è andato a sprazzi e la rosa è risicata, perciò sono andati oltre le mie previsioni".
Si aspettava anche un recupero di questo tipo della Roma?
"Sì, la Roma è una grande squadra ed era sorprendente quando andava male".