PANDOLFINI, Pazzini e Montolivo sono l'avvenire
Fonte: La Nazione
Bel colpo, 82 anni, la Fiorentina sempre nel cuore. Egisto Pandolfini (Ponte di Mezzo, Lastra a Signa, 17 febbraio 1926) ha giocato in tante squadre, Roma e Inter comprese, ma la sua vera storia calcistica sono le 148 partite in viola (36 gol) fino Al 1952. Una ventina le presenze in nazionale. Da capitano.
Questo non vuole però essere il sunto della sua carriera, l’accenno al passato sarà breve, giusto il tempo per chiedere quale è stata la sua Fiorentina ideale fino a quando ci ha giocato. La risposta è di quelle che inteneriscono gli appassionati di buona memoria. Formazione: Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Augusto Magli, Vitali, Pandolfini, Galassi, Sperotto, Dalla Torre.
IL COMPAGNO di squadra con il quale ha legato di più? Beppe Chiappella. L’allenatore con il quale si trovò meglio? Luigi Ferrero. «Gli devo tutto».
E ora, dal passato al presente, alla Fiorentina di oggi sulla soglia della partita di coppa contro i norvegesi. Secondo Pandolfini, «la squadra di Prandelli ha fatto più di quanto la sua non eccezionale esperienza collettiva le avrebbe permesso. C‘è un giocatore, Montolivo, con grosse qualità, finora soltanto intraviste. C’è Pazzini che ha fatto progressi notevoli con una ammirevole forza di volontà. E’ un giocatore di avvenire. Bene ha fatto la Fiorentina ad affiancargli un attaccante come Vieri. Molto bene».
«IN QUANTO a Mutu — insiste Egisto Pandolfini —, i discorsi stanno in poco posto. Parlano i gol che ha fatto e che ha fatto fare. E’ un giocatore costante, e anche questo è un pregio». La partita contro i norvegesi di stasera per Pandolfini è di quelle «che lasciano sempre un po’ incerti. Voglio dire, per chiarezza: quella è una squadra che non gioca in campionato da molto tempo. L’abbiamo vista nella gara di andata. La Fiorentina invece è sempre sotto pressione. Molto dipenderà da lei. E quando alcuni dei suoi giovani avranno più esperienza….. Signori, delle due una: o si è molto giovani e perciò si va umanamente in cerca di esperienza, oppure si è meno giovani e allora si gioca di pari passo con l’ esperienza. Tutto e subito — garantisce Pandolfini — non è da tutti».