MUTU, Io e Pazzini sapremo completarci
Si metta il cuore in pace il Real Madrid. E anche tutti gli altri grandi club pronti a mettersi in fila per chiedere la mano (o meglio i piedi) di Adrian Mutu: da tempo lui ha giurato amore alla Fiorentina, che però vorrebbe vedere rinforzata per stare al passo con le migliori, e non ha cambiato idea. «Se un giorno dovessi andar via, lo direi apertamente. Ma ora no, ho un contratto, un legame forte con questa città e una società che mi cura e mi protegge.E allora, se uno sta bene in un posto perché mai dovrebbe lasciarlo?». Il campione rumeno domenica è tornato al gol, contro la Samp, dopo un digiuno di due mesi e ora è pronto di nuovo a trascinare la sua squadra da autentico leader, alla Batistuta: e come faceva il bomber argentino, sfodera prontezza e intelligenza sui temi “caldi” di casa viola. Il mercato ad esempio. Mutu non chiede né pretende anche se uno della sua classe potrebbe giocare dove vuole (non a caso il Real bussa alla sua porta) e per i traguardi più alti. Però, stuzzicato sull’argomento, non si tira indietro. «Penso ci sia bisogno di rinforzi, perché si gioca su tre fronti (e noi non vogliamo mollare nulla) e perché se a gennaio lo faranno Inter, Milan, Juve dovremo farlo pure noi se vogliamo stargli dietro. Sia chiaro, è un lavoro del direttore sportivo ma per i giocatori bravi c’è sempre posto. Noi abbiamo una panchina lunga - prosegue Mutu - con tanti giovani importanti che però non hanno il passo per giocare in Europa. I giovani bisogna lasciarli crescere e in questo Prandelli è un maestro che sa come responsabilizzare tutti. Però se dal prossimo anno vogliamo provare a scalare l’Everest abbiamo bisogno di giocatori che possano essere sempre titolari ». Come l’Inter. «L’Inter ne ha addirittura tre per ruolo» - sorride il rumeno.
Il paragone insomma pare azzardato, ma non la necessità del club viola di rafforzarsi, sempre in modo mirato, se vuol essere ospite fissa al ballo dello scudetto o comunque, quest’anno, nella lotta per un posto in Champions League per cui la concorrenza è tanta. «Tolta l’Inter (ma i suoi 7 punti, ha ragione Mancini, non sono irraggiungibili) la Juve è lassù e non mi sorprende conoscendo l’allenatore e il gruppo. Hanno cambiato poco e i “vecchietti” in campo non sembrano tali, sono abituati a mille battaglie e a vincere. Poi c’è l’Udinese che da anni sta sempre in alto. E c’è il Milan che, centrato l’obiettivo di Yokohama, si tufferà a capofitto sul campionato e farà più paura». Dunque ci sarà da lottare e soffrire per una Fiorentina che non potrà manco beneficiare dal 2010, come sperava, della nuova legge dei diritti tv. «Quelli sono soldi importanti ma qui c’è una proprietà pronta a intervenire per portare avanti il progetto». Nell’attesa c’è altro da fare: «Intanto il momento grigio, mio e della squadra, è alle spalle - dice Mutu - Soffrivo nel non riuscire a dare di più, a Genova per fortuna mi sono sbloccato, io esteriorizzo sempre quel che ho dentro. Abbiamo pagato la stanchezza, dover giocare ogni tre giorni e sempre, ovunque, per vincere. C’è chi ci vorrebbe fuori dall’Europa per concentrarsi solo sul campionato? La gente è strana - sorride - ma io credo che la Fiorentina, se vuol essere una grande squadra, deve lottare su più fronti». Ecco perché assicura che domani, contro i cechi del Mlada Boleslav, lui e i suoi compagni scenderanno in campo per vincere, come domenica contro il Cagliari: «Le affronteremo come due finali e se le faremo nostre avremo chiuso un 2007 da nove». Il resto sono parole dolci per Pazzini («Soffre un po’ la pressione di Vieri e di chi lo vuole come Toni ma lui non è l’uno né l’altro, anche l’anno scorso massacrarono me e Luca e alla fine facemmo tanti gol, io e Giampaolo sapremo completarci»), e per Cassano: «Non meritava di essere espulso uno che vive il calcio con tanta passione, non ha fatto nulla, ha già avuto abbastanza problemi, se ci mettiamo pure a criticarlo non li risolve più. Per questo sono corso subito a consolarlo, teneva tanto a giocare contro la Roma visto come si sono lasciati, Antonio è un grandissimo talento, pensi solo a fare bene per la Samp e per il calcio italiano». Solidarietà tra colleghi dal carattere pepato e il cuore grande.