ITALIA, La vergogna per i fischi all'inno francese
Un diluvio di fischi.Settantacinquemila italiani contro cinquemila francesi: non c’è stata partita, ovviamente. E così, a dispetto degli appelli accorati dei dirigenti federali azzurri e di tutte le persone dotate di buonsenso, la Marsigliese — l’inno transalpino — è stato oscurato dagli ululati dei tifosi azzurri. Un gesto davvero esecrabile, una mancanza di fair play che non ha giustificazioni, neppure per le ripetute, antipatiche, irriguardose provocazioni lanciate contro la nostra squadra nei giorni della vigilia dal ct Domenech e da alcuni dei giocatori francesi. «In campo mi sono vergognato», ha confessato a fine partita Massimo Oddo. «Una gran brutta cosa, non mi è mai capitato di sentire fischiare l’inno italiano all’estero», il richiamo forte di capitan Cannavaro.
Fischiare l’inno è un atto di irriverenza diplomatica che è inusuale. Nella circostanza, oltretutto, diventa ancor più grave perché un anno fa, nella gara che l’Italia perse 1-3 a Parigi, il pubblico dello «Stade de France» applaudì l’inno di Mameli, nonostante fossero passate pochissime settimane dalla finale mondiale di Berlino che la Francia aveva perso ai rigori ed era stata segnata dalla clamorosa testata, con conseguente espulsione, di Zidane ai danni di Materazzi. I nostri undici giocatori hanno ascoltato straniti gli ululati che dagli spalti di San Siro piovevano in campo durante l’esecuzione della Marsigliese. Buffon si è coperto la faccia con un gesto eloquente e dopo il 90’ è stato ancora più esplicito. «Due mesi dopo aver vinto il Mondiale, a Parigi fummo applauditi al nostro inno.
Non ci sono rivalità che tengano. Forse abbiamo qualcosa da imparare a questo proposito». Infastidite le espressioni dei componenti della nostra panchina, bastava guardare la faccia di Donadoni. Così, quando le note della banda si sono spente, il ct e le riserve si sono uniti un un lungo, caloroso, polemico applauso all’indirizzo della squadra avversaria. «Si dovevano evitare questi fischi — ha detto il ct negli spogliatoi —. E’ stata una cosa inutile che non ci fa onore. Credo però che questi fischi non fossero per i giocatori francesi ma per Domenech e per tutte le polemiche delle scorse settimane».
Che ci fosse il rischio di una reazione «non amichevole» durante l’esecuzione della Marsigliese lo si era temuto quando la nazionale vice campione del mondo era entrata in campo per provare il terreno di gioco. E poco importa, a conti fatti, se poi i cinquemila arrivati dalla Francia hanno provato a fischiare il nostro inno, sommersi però dal tripudio di urla e bandiere tricolori bianco-rosso-verdi.