GRANDI SQUADRE, C'è sempre più voglia di Superlega

05.09.2007 09:05 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Controcampo

E' una protesta, un atto formale: molto semplice, e molto grave. Le cinque grandi che tolgono le tende dall'assemblea di Lega sono il sintomo di un malessere che viene da lontano, molto lontano: è dalla primavera '96, con la querelle sulla redistribuzione dei proventi televisivi, che sulla Lega calcio aleggia lo spettro della scissione, ovvero della Superlega di una dozzina (o meno?) di grandi club che riorganizzino il gioco, il business e il modo di essere, inseguendo l'eventuale Superlega europea, che da sei stagioni s'identifica -parzialmente- nella struttura dell'attuale Champions League. Se ne parla da un decennio, e fra minacce, rinvii, ripiegamenti e trattati di pace temporanei, si è arrivati col calcio di serie A e B che oggi raccoglie la cifra record di 42 club, e che mai come oggi -in queste ore, in questi ultimi mesi- mostra la faccia del malessere autentico: tanto da far balenare come imminente il passo che le grandi società intendono fare, quello di partire davvero con la Superlega.



Le parole dei dirigenti di Inter e Milan, Roma e Napoli e della Juventus che per un anno è rimasta al di fuori della grande scena del Palazzo, ma che è stata candidata a rientrarci con Cobolli Gigli come garante degli interessi dei grandi club, si spezzano nel mutismo quando vien loro chiesto: agitate lo spettro della Superlega? Antepongono il silenzio, un mezzo sorriso, una voglia di dire e la necessità di tacere. La Lega di Matarrese, quella del dopo-Calciopoli, quella che dovrebbe avere sapori nuovi e invece è rimasta là, alle vecchie conoscenze, decreta in questo 4 settembre un segnale pesantissimo. Se dall'assemblea scappano società così, vuol dire che la gestione è ai limiti del collasso.