FIORENTINA-LIVORNO, La partita della Fiesole
Fiorentina-Livorno da qualche anno è un derby poco sentito in casa gigliata. La classifica dice che prima del fischio di inizio le due formazioni toscane sono distanti solo otto punti, e Prandelli ha parlato di sfida salvezza, ma le ambizioni delle due rose sono completamente diverse. Proprio per il tecnico di Orzinuovi c'è il primo coro della curva, che anticipa un gesto inusuale nel gruppo viola: quello di stringersi tutti intorno in cerchio per dimostrare la propria unità di intenti. Lo stadio non è pieno come avrebbe voluto mister Prandelli, ma soprattutto chi è in Fiesole non risparmia neanche una corda vocale. A beccarsi una standing ovation - ma del parterre di tribuna - è anche Diego Della Valle, che appare nel settore 'autorità' pochi istanti prima del fischio di inizio, con al suo fianco il figlio Filippo (che raccontano essere quasi un ultrà, pur avendo poco più di dieci anni).
Ovrebo pare lontanissimo, perché per il fischietto norvegese ed i misfatti dell'Allianz non c’è né un coro, né uno striscione: si pensa solo alla Fiorentina. Anche se l'incubo della notte tedesca si materializza all'8' quando Cristiano Lucarelli scatta sul filo del fuorigioco: Faverani giustamente non sbandiera, ed il 99 amaranto sbaglia più di un rigore, colpendo la traversa e facendo tirare un sospiro di sollievo al pubblico viola. A scaldare cuori e mani ci pensa Jovetic, sfortunato cinque minuti più tardi quando Rubinho smanaccia sulla traversa un destro a colpo sicuro da due passi. Applausi che si prende anche Marchionni, pur avendo fallito più di un rigore, 100 secondi più tardi. Si rumoreggia al 23' quando Jovetic cade a terra, ma l'arbitro, che azzecca la decisione anche stavolta, zittisce la curva Fiesole, che parte però con un 'Viola alè' che dura una trentina di secondi e accende il Franchi (un po' moscio).
Le tv, i costi dei biglietti ed anche il maltempo hanno sempre di più svuotato in questi mesi non solo lo stadio di Firenze ma un po' tutti gli impianti calcistici italiani, scomodi e non coperti. Rimane muto il Franchi quando Rivas su punizione beffa Frey, ingannato dalla barriera, ma la Fiesole non molla e quando le squadre rientrano negli spogliatoi alza al cielo: 'Sempre insieme, forza viola alè', provando a farsi e fare coraggio ai giocatori. E' la stessa Fiesole a chiedere al pubblico di alzarsi cinque minuti dopo l'inizio della ripresa, con un incitamento da brividi che dura nei minuti successivi. Un boato saluta il ritorno, dopo 111 giorni di distanza dall'ultima gara, di Cristiano Zanetti, che dà il cambio ad un Bolatti spento. A far esplodere tutto lo stadio è però Vargas, il cui sinistro è deviato nettamente da Rivas per l'uno a uno.
Gli insulti successivamente se li prendono Marchini, che simula un infortunio, e Lucarelli, che ci mette tre minuti (spesi in proteste) per battere da centrocampo la ripresa del gioco. Il Franchi è una bolgia quando Rivas viene cacciato al 67'. 'Perché tu sei la mia passione, alè la Fiorentina, alè viola alè' cantano i 4.000 dietro Rubinho, provando ad impaurire l'estremo difensore amaranto. Ma è Gilardino a far godere da matti la sua gente quando di testa insacca, dopo oltre 900 minuti di digiuno, a meno dieci minuti dalla fine. La sua corsa verso la Fiesole è l'abbraccio più bello verso quella gente che lo ha sempre difeso e che lo ama, incondizionatamente, perché sa che il Gila sa come farli stare bene, anche quando fallisce occasionissime (come ieri al 90'). Al fischio finale, al richiamo del popolo viola, tutti sotto la curva. Vittoria, quanto ci sei mancata.