E quello del Catania non è nemmeno un record!

Torna la rubrica di TuttoMercatoWeb Carbone ardente, curata dal giornalista Paolo Carbone.
16.02.2007 07:29 di  Leonardo Menicucci   vedi letture
Fonte: TMWnews.it
Sul Catania si è abbattuta la sentenza del Giudice Sportivo ormai nota a tutti: squalifica del campo fino al 30 giugno 2007, le restanti partite casalinghe in campo neutro ed a porte chiuse più una sanzione pecuniaria. Vedremo se ci sarà appello e se questi provvedimenti saranno modificati. Certo è che quasi 5 mesi di squalifica non sono certo uno scherzo. In ogni caso non si tratta di un record, almeno per la serie A (perchè nelle divisioni inferiori la storia riferisce di squalifiche assai peggiori, addirittura di anni). La nostra memoria, del resto, è volata all'istante a quanto accadde al Legnano che, appunto, giocava in Serie A. Intanto una coincidenza storica. I tristi eventi di Catania sono del 2 febbraio 2007, 21a giornata. Nel caso del Legnano siamo invece al 3 febbraio 1952 (giusto 55 anni fa), 20a giornata, anche in questo caso di un campionato a 20 squadre. A Legnano gioca il Bologna. Arbitra il veronese Bruno Tassini. In settimana la gara è stata "montata" a dovere. Il Legnano è ultimo e dunque "partita della vita", "ultima spiaggia", "si deve vincere" e quant'altro. Pochissimi minuti, segna il Bologna (Gritti) paralizzando lo stadio. Poco oltre la mezzora il Legnano pareggia (Mazza) e al 60' va sul 2-1 (Palmer). Pubblico impazzito. Il gioco diventa assai duro. Palmer ha la peggio in un contrasto, ma Tassini non fischia il rigore. Al termine di una mischia pazzesca il danese/felsineo Pilmark indovina il tiro giusto e fa 2-2. In piena area Mezzadri (Bologna) falcia brutalmente Eidefjall. Tassini non se ne dà per inteso, scatenando un autentico putiferio, sedato dall'inter- vento di dirigenti e forza pubblica. A fatica si prosegue. Mancano 3 minuti alla fine. Asti (Legnano) in area atterra Gritti (Bologna) con un calcio da dietro, cattivo e plateale. Tassini fischia il rigore. La reazione del pubblico è terrificante al punto che l'arbitro fugge negli spogliatoi. Partita sospesa definitivamente. Finisse a questo punto, già sarebbe molto. Invece c'è il resto. Un paio d'ore più tardi, fuori dallo stadio, Tassini viene aggredito proditoriamente e picchiato (ci rimette alcuni denti). Il Giudice Sportivo non è tenero. Ovvia vittoria del Bologna "a tavolino" (2-0) e campo del Legnano squalificato fino al 31 dicembre 1952 (visto che siamo al 3 febbraio, sono, in pratica, 11 mesi), squalifica poi ridotta in appello al 30 giugno. Il Legnano gioca in campo neutro l'intero girone di ritorno, per un totale di 9 partite (una in più di quelle del Catania attuale). A titolo di curiosità e per completezza, questi gli esiti: 22a giornata, a Modena, Legnano-Lucchese 0-2 24a giornata, a Reggio Emilia, Legnano-Udinese 0-0 26a giornata, a Como, Legnano-Inter 0-4 29a giornata, a Milano, Legnano-Lazio 1-1 (giocata sabato 12 aprile) 31a giornata. a Pavia, Legnano-Triestina 1-3 33a giornata, a Piacenza, Legnano-Novara 2-3 34a giornata, a Brescia, Legnano-Milan 2-1 36a giornata, a Novara, Legnano-Torino 2-2 38a giornata, a Parma, Legnano-Palermo 1-1 Fin qui la storia. Ebbene, a margine dei provvedimenti del Giudice Sportivo a carico del Catania, sul leggendario "Il Calcio Illustrato" una delle più famose "firme" del giornalismo sportivo italiano di ogni tempo, Leone Boccali, scriveva testualmente (considerate che il Legnano, già ultimo, dopo questa squalifica, sarebbe sicuramente sceso in Serie B): "....se si ridurrà la squalifica del campo a misura equa, si offrirà al Legnano e alla sua folla l'occasione per riscattarsi, per stare da a pari nel nuovo campo di lotta" (ossia la sicura serie B della stagione successiva, ndr). Forse fu un danno la clemenza usata tempo fa. Un atteggiamento più risoluto sarebbe forse servito di monito per una folla che ha diversi precedenti negativi, anche quando la squadra militava in serie B. Intendiamoci: Tassini ha diretto male l'incontro, usando la severità in modo parziale e irritante. Ma, per gravi che siano gli errori di un arbitro, le manifestazioni di ostilità e di protesta non possono passare il confine che divide l'ineducazione dall'inciviltà. E poichè il club è responsabile dell'intero pubblico, la criminalità di pochi travolge anche i molti e quindi bisogna che la maggioranza sappia reagire e contenere i violenti, nel suo stesso interesse sportivo. A questo punto ci sia consentito di rivolgere un accorato appello ai colleghi giornalisti. Cari amici, più che esasperare passioni e polemiche, noi dovremmo ridurre le nostre critiche e reazioni in termini che plachino le folle anzichè aizzarle, rinfocolandone i rancori. Non saremo certo noi a suggerire resoconti infedeli o compiacenti, bensì proponiamo di rinunciare anche ai legittimi risentimenti dell'animo e alle allettanti esuberanze polemiche, onde contribuire a un fine che tutto sovrasta poichè diversamente tutto andrebbe perduto: la distensione degli animi, la indispensabile e inderogabile "sdrammatizzazione" del campionato. Si può benissimo - e si deve - conciliare il pieno rispetto del racconto della realtà così come appare ai nostri occhi, con l'impoegno di non aggiungere legna al fuoco. Si è detto pure che un paio di arbitri anziani erno diventati troppo accomodanti, "arbitri di casa" come si usa dire. Al riguardo, però, bisogna guardarsi anche dal pericolo opposto che nasce dal piedistallo che si crea all'arbitro "anti-casa", stimolandolo a sfidare ed irritare il pubblico anzichè limitarsi a non subirne l'influenza. Bisognerà insomma che il dolente caso del Legnano determini una seria e profonda revisione dei costumi nei diversi settori dell'attività calcistica. Poichè gli episodi di arbitraggi infelici non si possono disgraziatamente esaurire nel nome di Tassini, non c'è altro modo che di imparare a tollerarli, se si vuole che i campionati possano continuare. Giusto aggiungere che spesso gli errori dell'arbitro non esistono affatto, ma nascono solo nella sensibilità ipertesa o nella incompetenza tecnica dei giocatori - inoltre pungolati da perniciosi premi di partita - e degli spettatori: in una parola dall'interesse e dal tifo". Signori! Leone Boccali scriveva queste cose 55 anni fa, e senza avere davanti un povero morto. Offriamo il tutto alla vostra riflessione. Speriamo serva!