CHAMPIONS, Quest'anno vale almeno un miliardo
Le immagini in bianco e nero le abbiamo messe da parte da tempo. Non se la prendono i romantici, questa Champions è soprattutto spettacolo. Un mega casinò che fa tappa in tutte le capitali d’Europa: si entra, si rischia di restare abbagliati dal fascino degli arredi, e poi si gioca. Per vincere. Non per la gloria, o forse non solo. Si gioca per i soldi, tantissimi soldi. La Champions League è diventato il bancomat dal quale i club europei prelevano quantità di banconote che evitano che il sistema vada in bancarotta. Quest’anno l’oro a disposizione nel casinò è addirittura aumentato: 1 miliardo e 90 milioni sono lì, sul bancone, a disposizione dei presidenti.
La Champions sembra una miniera inesauribile. Alla faccia della crisi, i possibili ricavi per la Uefa sono passati dai 900 milioni nella passata stagione, a 1 miliardo e 90 milioni. Un incremento del 20% che ha fatto lievitare anche i premi per i club (+30%). La nuova Champions pensata da Platini consente a chi vincerà la coppa nella serata di Madrid di incassare un jackpot che può arrivare fino a 60 milioni, sommando i bonus di partecipazione, i premi per le vittorie e per i passaggi del turno, gli incassi dal market pool.
In Champions i club si dividono il 75% dei ricavi dai contratti tv e commerciali fino a 530 milioni (che incassa la Uefa), l’85% per cifre superiori; i 32 club ricevono un bonus di 3,8 milioni, al quale si aggiungono 550mila per ogni partita giocata nel gruppo, +800mila per una vittoria, +400mila per il pareggio. Le 16 squadre che passano il turno agli ottavi incassano 3 milioni, +3,3 per i quarti, +4 per le semifinali, +5,2 al 2° classificato, +9 al vincitore. Vi è poi il market pool: è distribuito stimando il valore del club sul mercato televisivo e dei mercati nazionali. Non è detto che chi vinca la coppa riempirà prima il salvadanaio: lo scorso anno, il marketing pool ha portato nelle casse del Barcellona 8,1 milioni, in quelle dello United 18,29.