CASO PANDEV, I piccoli azionisti chiedono lumi

Articolo scritto da Marco Liguori. Giornalista finanziario, si è occupato di diverse inchieste sugli aspetti economici del calcio italiano: attualmente collabora con Liberomercato. Editorialista per TMW sugli aspetti finanziari delle società di ser
06.10.2009 08:15 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: TMW
CASO PANDEV, I piccoli azionisti chiedono lumi
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© foto di Daniele Baldini

Il presidente e il legale del Comitato scrivono al Consiglio di sorveglianza della società biancoceleste, rilevando che un'eventuale vertenza con l'attaccante macedone andrebbe affrontata davanti al magistrato del lavoro e non al Collegio Arbitrale della Lega calcio. Ciò per evitare pesanti conseguenze economiche negative



Il Comitato piccoli azionisti della Lazio, attraverso l'avvocato Massimo Rossetti e il presidente Alfredo Parisi, scrive al Consiglio di sorveglianza della società di Claudio Lotito per avere chiarimenti riguardo la delicata posizione di Goran Pandev. In una raccomandata spedita il 28 settembre scorso, entrambi rilevano che «il calciatore Pandev avrebbe inoltrato o starebbe per inoltrare ricorso al Collegio Arbitrale della Lega calcio onde richiedere e ottenere la risoluzione immediata del contratto di lavoro con la Lazio, senza alcun corrispettivo per la società e, anzi, con richiesta di risarcimento di danni». La rivalsa dell'attaccante macedone potrebbe essere seguita, proseguono i due rappresentanti del Comitato, «a breve anche da altro o altri giocatori sotto contratto con la Lazio per gli stessi o analoghi motivi». Ciò potrebbe comportare che «la SS Lazio e i suoi azionisti possano incorrere in pesanti conseguenze negative» soprattutto sotto l'aspetto economico.
I membri del comitato sottolineano anche che il presidente Lotito ha contestato, attraverso «plurime e reiterate dichiarazioni pubbliche», a Pandev la violazione dell'obbligo di fedeltà imposta dal Codice civile al lavoratore dipendente. «Per la precisione – scrivono Rossetti e Parisi – il sunnominato presidente ha testualmente parlato di "prove documentali e testimoniali"». Entrambi ritengono che «la società debba portare la questione in sede di giustizia ordinaria, dinanzi al competente magistrato del lavoro» effettuando prima il tentativo obbligatorio di conciliazione. La strada del rito del lavoro non è preclusa dalla clausola compromissoria «poiché tale prescrizione vale solo per le vertenze sull'applicazione di regole sportive e non anche, come nel caso di specie, su diritti soggettivi concernenti il rapporto di lavoro subordinato». Parisi e Rossetti mettono in guardia Lotito dalla "cabala" sfavorevole. Infatti, essi aggiungono che i precedenti della Lazio presso il Collegio arbitrale sportivo in vertenze contro suoi ex giocatori non sono favorevoli: «vedasi da ultimo il caso Mutarelli» ricordano. Ciò è spiegabile «con il fatto che l'attenzione e la sensibilità del predetto Collegio – affermano Rossetti e Parisi – sono naturalmente concentrate su aspetti in prevalenza sportivi più che su aspetti strettamente tecnico-giuridici».
I rappresentanti dei Piccoli azionisti concludono la loro lettera al Comitato di sorveglianza formulando la «riserva di ogni diritto e azioni nella deprecata ipotesi in cui la SS Lazio spa e, conseguentemente, i suoi azionisti dovessero subire negative e pesanti conseguenze a seguito di eventuali condanne a risoluzioni di rapporto con calciatori senza diritto a indennizzi per la Società e/o a risarcimenti economici a favore di tali calciatori». Questo nel caso in cui le condanne siano «derivanti da atti e/o fatti addebitati alla gestione societaria che, per legge, deve essere conforme a trasparenza e correttezza e a sani e prudenti comportamenti».