CASO GILA, I viola faranno ricorso?
Il giudice sportivo non ha dubbi. Anzi, "esclude ogni ragionevole dubbio" su quel gol di Alberto Gilardino. Scrive lui, con stile non molto diverso da quello di Totò e Peppino che "il Gilardino, con rapido movimento, protendeva in avanti l´avambraccio destro, colpendo il pallone e deviandolo in rete". Punto, punto e virgola, due punti. Anzi: due giornate, per il capocannoniere del campionato italiano, che così salterà Inter e Siena, a meno che oggi la commissione di giustizia federale non decida di fare marcia indietro totale o parziale, anche se ieri sera ancora non era chiaro se la Fiorentina presenterà ufficialmente reclamo per la decisione del giudice sportivo. Diciamo che il reclamo è molto probabile.
La discussione sull´argomento, però, è andata avanti a lungo. Da una parte c´è il desiderio di difendere ufficialmente il giocatore, sostenendo l´involontarietà del gesto, dall´altra quello di mantenere intatto lo stile, cioè un marchio a cui i Della Valle non vogliono rinunciare. Come dire: accettiamo la sentenza, anche se restiamo convinti dell´involontarietà di quel tocco con la mano (la società, tra l´altro, ha visionato tutti i filmati possibili e immaginabili). Diplomazia. Si chiama così. Anche perché poi nelle infervorate discussioni televisive della domenica sera non sono stati pochi quelli che hanno cercato di insistere in modo abbastanza provocatorio sull´incongruenza di un gesto ritenuto dall´accusa volontario (e con tanto di esultanza) e lo stile di una società che ci tiene molto alla propria immagine e alla promozione del calcio in quanto sport con tutti i valori annessi e connessi. Ma nessuno, per fortuna, ha replicato a muso duro né ai toni discutibili di alcuni opinionisti televisivi e né tanto meno alle parole del presidente del Palermo Zamparini, che a fine gara aveva esploso una richiesta di cinque giornate di squalifica per l´attaccante della Fiorentina. Il solito rito nevrotico della domenica. Quello secondo il quale a un gesto discutibile si replica con tono altrettanto discutibile. Ma in casa Fiorentina tutti si sono tenuti lontani dalla rissa. Anzi, si è pensato soprattutto ad ammorbidire i termini della faccenda. Tanto che nella notte Gilardino stesso ha chiesto scusa per quell´esultanza che, in effetti, non era semplice da giustificare. Più difficile, però, accettare di essere giudicato come un uomo sleale, come un furbetto, come uno che si è buttato su un pallone per commettere un furto vero e proprio. Insomma, il buon Gilardino, uno dei giocatori più educati reperibili in natura, per alcuni all´improvviso è diventato una specie di mostro da nascondere ai bambini. Anche per questa ragione il ragazzo ieri ci teneva a tornare sull´accaduto, a ribadire l´involontarietà di quel tocco con la mano e a rimettere in moto la moviola per spiegare che c´è un ginocchio di Della Fiore a spingere il suo avambraccio in avanti. Questa è la tesi sua. E quella della Fiorentina. Ma per evitare sbandate alla fine la società ha scelto il silenzio. E, reclamo o non reclamo, resta difficile, comunque, pensare che il giudice sportivo venga sconfessato al cento per cento dalla commissione di giustizia federale. Contro l´Inter, quindi, il capocannoniere di Prandelli quasi certamente se ne starà a guardare in tribuna i suoi compagni che sfidano Mourinho e Ibra, graziato dal giudice dopo lo scontro con Motta. Questo significa che nella sfida contro lo squadrone di Mourinho Prandelli dovrà chiamare dentro Pazzini, che fino ad oggi è partito titolare soltanto nella partita casalinga contro la Reggina. Comunque sia, Firenze sogna una notte da urlo: punto, punto e virgola, due punti. Anzi, già che ci siamo, facciamo tre.