BALOTTA, Ledesma è molto testardo
All'indomani della sconfitta, e conseguente eliminazione, in Europa League e a pochi giorni dal derby, in casa Lazio regna una grande insoddisfazione. Per parlare di tutto quanto ruota attorno al mondo biancoceleste abbiamo raggiunto un ex giocatore, Marco Ballotta, che ci ha raccontato il suo punto di vista.
Partiamo dalla gara di domenica, ti aspettavi un risultato così?
"E' un risultato preoccupante vista la classifica. Non vorrei si scoraggiassero vedendo che mancano i risultati perché la posizione di classifica è un po' deficitaria e se passa ancora un po' di tempo potrebbero perdere ancora sicurezza nei propri mezzi. La squadra c'è ed è all'altezza della situazione per tirarsi fuori dalle sabbie mobili, ma devono farlo in fretta. Vedendo la partita, comunque, si è capito che da un momento all'altro possono ripartire".
Cosa sta succedendo a questa Lazio che ora teme anche squadre come il Salisburgo?
"Sta succedendo una cosa strana, non mi aspettavo assolutamente che a questo punto del campionato fossero messi così. Probabilmente non è allestita bene la squadra, ha troppi giocatori in un ruolo e ne mancano invece in un altro. Inoltre c'è da sistemare il problema di Pandev e Ledesma".
Dalle dichiarazioni recenti di Ballardini si può evincere la possibilità che non sia d'accordo con la politica societaria riguardo le situazioni di Pandev e Ledesma. Tu come la pensi?
"Indubbiamente lui cercherà di non fare polemiche, ma è anche consapevole che sta rischiando grosso. In ogni caso deve tenere in considerazione che quando le cose vanno male il primo a pagare è l'allenatore e sicuramente darà fastidio trovare altri problemi in casa. Le cose si potrebbero risolvere diversamente e la rosa potrebbe essere utilizzata completamente, invece in questo modo si rischia di creare problemi anche allo spogliatoio e non solo ai giocatori esclusi. Maggior chiarezza nello spogliatoio potrebbe portare benefici e questa situazione si sta tirando troppo per le lunghe".
Tu hai vissuto da vicino alcuni anni con Lotito e già nelle scorse stagioni ci sono stati problemi simili. Che idea ti sei fatto?
"Vivendo dentro posso dire che Lotito ha le sue idee e si fa fatica a fargliele cambiare. Su certi punti di vista ha ragione, ma su altri dovrebbe adeguarsi. E' un personaggio molto particolare e bene o male se dice una cosa la porta avanti fino alla fine. Se ragiona in questo modo avrà i suoi motivi e fino a ieri ha avuto ragione visti i risultati conseguiti anche dal punto di vista societario. Adesso è il momento di far sì che questa Lazio possa ambire a certi risultati importanti, come qualche anno fa. I giovani bravi ci sono e lavorando in un certo modo qualcosa di meglio si può fare senza dubbio. In ogni caso Lotito penso sappia cosa deve fare".
Di Pandev e Ledesma in particolare cosa pensi?
"Li ho conosciuti quando c'ero anche io questi problemi, sono nati allora e già si parlava di situazioni un po' noiose. Il problema dell'ingaggio di Pandev c'era già un paio d'anni fa, aveva chiesto un aumento e il gioco fatto dal presidente era quello di arrivare all'ultimo secondo per vedere se il giocatore cambiava idea o meno. A volte ti va bene, ma a volte a tirare troppo la corda si può spezzare. Non vorrei si fosse arrivati a questo punto. Per quanto riguarda Ledesma, invece, ha un carattere molto particolare, sa quello che vuole ed è molto testardo. E' un gran giocatore, ma credo farà fatica a tornare sui suoi passi. Sono due problemi che non so se saranno risolti positivamente per la Lazio".
Pensi quindi che ormai sia meglio che lascino la Lazio?
"Non credo possano creare grossi problemi. I problemi ci sono fra loro e il presidente, ma non all'interno del gruppo. Son due ragazzi conosciuti bene da tutti, hanno grande stima e il problema è solo economico".
Prima c'era stato anche il problema con De Silvestri
"Il problema è sempre lì: magari si chiede un ritocco dell'ingaggio, il presidente risponde di non voler rinnovare il contratto e si creano queste situazioni. Lasciando andare dei De Silvestri, Pandev e Ledesma, però, ti obbliga ad andare a cercare sostituti all'altezza. Va bene l'affare a cedere, ma non so se questi soldi arriveranno. Se le cose si fanno amichevolmente bene, ma altrimenti se si prendono certe posizioni non so a chi convenga".
Stendardo, invece, lo scorso anno è stato reintegrato
"Con Stendardo c'è sempre stata una situazione un po' particolare. Lui si isola molto, sta sempre sulle sue e non andava troppo d'accordo nemmeno con l'allenatore. Si erano creati degli screzi, anche lui lo ha detto, e ha fatto la scelta di andare via. Essendo sotto contratto poi è rientrato, ha chiarito tutto e con il cambio di allenatore è rientrato in rosa. Nella vita si fanno anche passi indietro".
Ti aspettavi Delio Rossi a Palermo?
"E' automatico perché lì c'è Sabatini con cui è stato alla Lazio per due-tre anni. Si conoscevano bene e se il Palermo doveva cambiare allenatore avrebbe per prima cosa guardato a lui. Penso che là possa fare bene, deve solo conoscere un po' l'ambiente. Lavora molto bene con i giovani e lì trova una squadra a mio avviso valida. Bisognerà capire da dove sono nati i problemi, Zenga non lo conosco bene come allenatore, ma a Catania ha fatto bene e anche in Romania. A Palermo si partiva con un obiettivo, ma non sempre si riesce a raggiungere. Il nostro campionato è difficile e forse anche Zenga ha ancora bisogno di un po' di esperienza per arrivare a certi livelli".
Domenica ci sarà il derby contro una Roma che sembra rinata
"La Roma si è tirata fuori bene con Totti, si vede che dipende da lui perché da quando è tornato i risultati sono arrivati. Ha avuto un black out di un certo tipo e bisogna capire da cosa è derivato. Non dico che il problema fosse Spalletti, ma sono dell'avviso che dopo un po' di anni si debba cambiare, sia giocatori che allenatore. Non sempre si può andare d'accordo fino alla fine e quindi una rotazione va fatta. Con l'arrivo del nuovo allenatore le cose inizialmente non andavano benissimo, poi sono cambiate e i risultati stanno arrivando. Ora arriva il derby, ma qui non si guarda a chi sta meglio fisicamente o in classifica. Questa è una partita a sè dove conta il momento, la partita e chi mette qualcosa in più. Poi è una partita di calcio come tante dove non vince sempre il migliore e contano gli episodi. Non vedo una favorita e inoltre dicono sempre che le cose vanno meglio per chi non sta andando bene. Speriamo sia così anche questa volta".
Hai ricordi particolari del derby?
"Ne ho tanti, ogni derby è un ricordo. Ho ridebuttato in un derby battendo il record di longevità a quarantadue anni e qualcosa, non è sempre facile. A parte la partita, poi, tutto il contesto è bello. Vivere il derby a Roma, prima e dopo la partita, è una cosa indescrivibile".
Da laziale sei preoccupato per questo derby?
"Sono preoccupato relativamente perché ora si guarda molto alla classifica in casa Lazio. E' un derby, ma vale come una normale partita di campionato con in palio i tre punti".