"OCCHI PUNTATI SU..." Pazzini, cattivo per necessità
Sei gol totali, come il suo rivale in attacco Bobo Vieri. Unica differenza, la distribuzione fra le varie competizioni. Pazzini, infatti, ne ha realizzati quattro in campionato e due in Coppa Italia, mentre Bobone li ha divisi in parti eque fra campionato e Coppa Uefa. Ah, dimenticavamo…Pazzini ha totalizzato fin qui 1280 minuti di presenza, mentre Christian si è sobbarcato quasi 100 minuti in più (1378'… è proprio vero, non c’è più rispetto per gli anziani). Ma non è finita qui: con la doppietta di stasera Pazzini ha portato la squadra viola ad un passo dal realizzare il suo 500° gol in Coppa Italia, e l’appuntamento è solo rimandato di una settimana, quando si giocheranno i quarti di finale contro la vincente fra Lazio e Napoli.
Apriamo la nostra consueta rubrica d’approfondimento citando questi numeri che vogliono essere di conforto alla prova di Giampaolo e che non fanno che confermare un aspetto: la critica e tutta la piazza di Firenze sta dalla parte di Giampaolo Pazzini. Come rappresentanti della categoria ci teniamo a dirlo perché ieri sera, al termine della partita, nella sala riservata alle interviste del dopo gara, abbiamo assistito ad una conferenza stampa del “Pazzo” che, lo diciamo con serenità, ci ha lasciati interdetti (eufemismo). Conosciamo bene Giampaolo; è una persona adorabile, genuina, in una parola…una persona “buona”. Ed è proprio grazie a questa sua natura che la gente gli è affezionata, è disposta a perdonargli qualche gol sbagliato di troppo, è persino disposta ad abbonargli sei mesi (quelli appena trascorsi) di rendimento insufficiente. Il popolo viola, infatti, vede in lui un pezzo di futuro finalmente cresciuto in casa, un prodotto dalla stessa regione d’origine, in definitiva... Pazzini è uno di noi.
Ieri sera, invece, abbiamo trovato una persona ombrosa, incattivita (attenzione, non cattiva, perché cattivo Pazzini non lo sarà mai) e persino scostante, probabilmente indottrinato da qualcuno a lui molto vicino. L’obiettivo di tale scontrosità era presumibilmente il mondo dei media fiorentini, colpevoli secondo il talento di Pescia (o di chi ne fa le veci) di aizzargli contro l’opinione pubblica, magari esaltando Vieri e rimpiangendo (paragone improponibile) il suo “amicone” Luca Toni. Ci raccontano, infatti, di una trasformazione degna di Dott. Jekyll e Mr. Hide fra le dichiarazioni di soddisfazione rilasciate alle televisioni nazionali e l’artificiosa reprimenda spesa in sala stampa. Pochi metri di corridoio separano i due momenti, durante i quali è avvenuta "miracolosamente" la nemesi.
Ok, fermiamoci qua. Pazzini è liberissimo di comportarsi come vuole (ci mancherebbe), e ancor più è padrone di farsi lobotomizzare da chi meglio crede. Da parte nostra solo un invito: va bene un pizzico di cattiveria in più (soprattutto in campo), va bene qualche sorriso di meno, va bene persino qualche risposta scocciata (se questo poi gli porterà benefici sul rettangolo verde, sarà il tempo a dirlo), ma non permetta a chicchessia di intervenire sul proprio carattere. Un vecchio proverbio recita…”Far di necessità virtù”. Ecco, in questo caso la necessità è uno specchio su cui arrampicarsi per non cadere, mentre alla fine dei giochi, di quella virtù ne resterà ben poca.