OCCHI PUNTATI SU, L'insostenibile leggerezza di Pazzini
Tre conclusioni verso la porta rossonera, un assist (di testa) sul quale Reginaldo colpisce il palo, quattro scambi con Mutu, quattro i falli subiti e tanta, tanta buona volontà. Questi sono i numeri della partita di Giampaolo Pazzini che ieri a San Siro contro il Milan, ha sostituito per la seconda volta consecutiva Luca Toni al centro dell’attacco viola e per la seconda volta consecutiva non ha inciso sull’economia della partita. Giochiamo d’anticipo come farebbe un buon difensore e stoppiamo subito chi ci taccerà d’eccessivo criticismo verso il talento di Pescia: noi, e lo diciamo ad alta voce, siamo fra i più grandi sostenitori del “Pazzo” e anzi lo riteniamo già da ora superiore a Toni per tecnica individuale e colpo di testa, e in prospettiva pensiamo che diventerà un calciatore ancora più importante del bomber emiliano.
L’attualità però è quella che c’interessa, e questa ci dice che oggi Pazzini (specialmente in trasferta) non ha il “phisique du role” per sostituire Toni. Altra precisazione: Pazzini non è un fuscello, non è, per intendersi, un centravanti alla Inzaghi o alla Montella; Pazzini è ben di più; Pazzini può fungere da prima punta, eccome se lo può fare, ma non da solo, bensì affiancato da un altro attaccante che lo supporti e che possa interagire con lui (magari in un 4-4-2), scambiandosi ruoli e posizioni. Nei numeri che abbiamo dato all’inizio facciamo riferimento agli scambi con Mutu; sopratutto nel primo tempo il rumeno ha beneficiato del continuo movimento e della costante ricerca della profondità del “Pazzo” e lo ha trovato spesso con palloni filtranti; Mutu è però un anarchico, parte da sinistra per accentrarsi, lo vedi in mezzo e due secondi dopo va a crossare da destra per poi tornare sulla sua fascia di competenza…non può essere il partner di Pazzini; lo può supportare in coppia con un’attaccante di destra molto offensivo (il cagliaritano Suazo in un 4-2-3-1, ecco una possibile soluzione) ma non da seconda punta. Nelle dichiarazioni del dopo gara, fra l’altro, lo stesso giovane centravanti viola ha dichiarato che lui e Mutu stanno lavorando per costruire un’intesa proficua per il futuro ma tutto ciò non basta per assicurare peso e pericolosità all’attacco viola.
Peso…ecco la parola chiave. Si ha un bel dire che la Fiorentina deve cambiare gioco per favorire l’impiego come punta unica di Pazzini; alla resa dei conti però chi è il solo terminale d’attacco di una squadra deve lottare con due, a volte tre difensori avversari che certo non risparmiano colpi proibiti; e allora chi combatte lì in mezzo deve avere le spalle larghe in tutti i sensi, per darle e per riceverle. Questo, ne converrete, non è l’identikit di Pazzini che è buono, disponibile (l’ho visto personalmente passare ore a firmare autografi ai ragazzini), è gentile, educato, è il classico bravo ragazzo; talmente bravo e onesto che a metà primo tempo viene affrontato da Dida in uscita, lo evita e pur sbilanciato non cade, togliendo l’arbitro dall’impiccio di decidere se sarebbe stato rigore o meno. In sala stampa dirà che non voleva cadere nella simulazione con il rischio di una probabile squalifica; noi crediamo invece che Giampaolo non abbia dentro quella furbizia e/o malizia (attenzione non stiamo parlando di disonestà) che serve agli attaccanti per procurarsi qualche favore arbitrale. Il pelo sullo stomaco, quello manca a Pazzini; forse gli potrà crescere, fra qualche anno forse sarà lui a “picchiare” i difensori e non viceversa, ma la Fiorentina può aspettare? A chi chiede provocatoriamente dov’era (e com’era) Toni all’età di Pazzini rispondiamo…avete ragione, Toni all’età di Pazzini era un “signor nessuno” mentre Giampaolo è il titolare della nazionale under 21; e allora tocca a noi ora chiedere: Prandelli, nell’attesa, rivoluzionerà il suo modo di vedere il calcio per permetterne la crescita? E Pazzini manterrà le promesse e le premesse di campione che oggi lascia intravedere? Sono dubbi legittimi che ad una prima lettura possono apparire ingenerosi, ma che per il bene della causa viola (in fondo è quella che c’interessa veramente) vanno posti, fin da subito.
Per questo diciamo…salvate il centravanti Pazzini prima che qualcuno al Franchi si spazientisca e riversi su di lui i rimpianti per il Toni che non c’è; ed ecco perché, tornando al titolo d’apertura, definiamo “insostenibile” la leggerezza di Pazzini, perchè come cantava qualcuno…”La vita è adesso” e i Della Valle con Prandelli, dopo due anni passati a subire ingiustizie e danni economici, vorrebbero avviarsi alla cassa per raccogliere i primi, meritatissimi, risultati.