"OCCHI PUNTATI SU...", Il buonismo di Prandelli ed i mugugni di Frey
La parola d’ordine a fine gara era: sconfitta indolore (visti i risultati delle altre) con l’estensione di…”Non possiamo chiedere di più a questi ragazzi” (Prandelli), “Non possiamo competere con le altre grandi squadre che hanno in rosa almeno venti campioni…” (Frey). Tradotto in parole povere significa, primo: che la Fiorentina sta compiendo un vero e proprio miracolo nel condurre una stagione simile, costellata di imprese memorabili (due per tutte, la vittoria di Torino con la Juve ed il recente trionfo col Psv, in attesa delle altre che verranno), gioco spettacolare ma allo stesso tempo pratico e redditizio, e atteggiamento globale di squadra e società all’insegna della correttezza e civiltà sportiva (il “terzo tempo” nei confronti degli avversari e la rinuncia a qualsiasi tipo di polemica arbitrale che, è un nostro parere, sta portando evidenti benefici alla squadra viola nei rapporti con le giacchette, un tempo nere, ora colorate). Secondo: che sommessamente, qualche mugugno sta venendo fuori nonostante i grandissimi risultati fin qui conseguiti e che quindi vogliamo interpretare come stimolo per la società a far bene e continuare nella campagna di rafforzamento. In quest’ottica, infatti, vanno lette le dichiarazioni di Frey che nel confermare la sua permanenza a Firenze anche l’anno prossimo, si è premurato di aggiungere che la società si sta muovendo per colmare quelle lacune delle quali la squadra soffre l’esistenza.
Quali sono queste lacune allora? Premettiamo che stiamo parlando di una squadra quarta in classifica, prossima (speriamo) alla qualificazione ai preliminari di Champion League, nelle semifinali di Coppa Uefa, e di conseguenza non facilmente migliorabile. E’ indubbio però che, quando un allenatore come Prandelli, amante del turn-over, o come piace dire a lui, capace di gestire nel modo corretto le risorse umane a disposizione, schiera per 10/11 la stessa squadra che tre giorni prima ha trionfato in Olanda e l’unico cambio (Kuzmanovic) è stato costretto a farlo per la squalifica del titolare (Donadel), qualche dubbio sovviene. Ieri il mister bresciano era senza ricambi a centrocampo, con una difesa obbligata (leggi la pubalgia di Dainelli e la scarsa considerazione in Potenza) che ha costretto il mister a chiedere un sacrificio a Jorgensen (alla terza gara in sette giorni), schierato per l’ennesima volta esterno destro di difesa. Ovvie le dichiarazioni del dopo gara, con la completa assoluzione di un gruppo che solo 72 ore prima era stato sorpreso a “miracol mostrare” in quel di Eindhoven, ma il problema rimane; la rosa della Fiorentina è insufficiente, e non saremo noi a dire se quantitativamente piuttosto che qualitativamente…è insufficiente e basta. Una velocissima statistica ci dice che i gigliati con le grandi (Inter, Roma, Juve, e Milan), negli otto confronti disputati hanno ottenuto una sola vittoria (quella di Torino), tre pareggi e quattro sconfitte, con 7 gol fatti e 14 subiti. Segno inequivocabile di un gap nei confronti delle “ammiraglie” del campionato italiano che hanno rose mastodontiche a disposizione e che possono far ruotare a loro piacimento uomini e risorse di ogni tipo e genere. Il tempo ci dirà se le richieste di Frey, Prandelli e co. saranno accolte.
Chiudiamo con due piccole provocazioni: la Fiorentina ha chiuso la partita con un possesso palla superiore all’Inter (seppur di pochissimo), 51% contro 49%; peccato che il migliore in campo sia stato Sebastien Frey, ieri una via di mezzo tra Dorando Pietri ed Enrico Toti, con almeno 5 interventi decisivi, e questo ci fa capire come la manovra viola sbattesse regolarmente contro una sterilità, endemica, del suo attacco. Qualcuno di voi ha avvertito quell’insostenibile leggerezza della fase offensiva che ha assalito anche noi? In Germani un certo Toni sta facendo sfracelli ed è sintomatico come le ultime segnate all'Inter negli ltimi due anni siano tutte del bober mondiale. E poi, siamo una volta di più rimasti incantati dalla fisicità, dalla bravura, dalla “sana cattiveria” del centrocampo nerazzurro con in testa Vieirà, ma anche Cambiasso e Zanetti. In confronto ai nostri Liverani, Montolivo, Kuzmanovic sembrava di giocare un altro campionato. A quando, un grosso investimento su un reparto orfano dai tempi di Carlos Dunga di un centrocampista di grande personalità e di buona prolificità? I centrocampisti viola, infatti, si guardano bene dal realizzare qualche gol che alleggerisca la pressione su Pazzini e compagni, protagonista principe della leggerezza offensiva di cui sopra. Il gol che ha sbloccato la partita è stato emblematico di come l'Inter utilizzi i propri centrocampisti: azione di forza del francese (Vieirà) e tape-in a colpo sicuro dell’argentino (Cambiasso), come sempre tempestivo a proporsi nel cuore della aree avversarie.
Applausi, applausi e ancora applausi a questi ragazzi e lungi da noi critiche e ancor meno recriiminazioni. Sono solo considerazioni, imboccati dai protagonisti della gara e, per quanto possa valere, ci trovano pienamente d’accordo.