"GILA... CHE SUCCEDE?"
78 giorni di digiuno e 730 minuti senza segnare un gol fiaccherebbero anche il più indistruttibile degli "highlanders". E ancora: undici partite senza gonfiare la rete avversaria (7 di campionato, una di coppa Italia e tre con la maglia azzurra) sono un lasso di tempo interminabile per uno che ha un record di 129 gol in serie A, 155 da professionista, 44 (su 90 presenze) in maglia viola. E allora ci chiediamo... Gila, che succede? Ricordi quando fu coniata la frase "Gila e riGila, segna sempre lui?" Sono passati pochi mesi da quei tempi, nei quali Alberto Gilardino timbrava il cartellino del gol con impressionante regolarità, quando il Liverpool si inchinò ai suoi piedi ed una commovente Fiorentina espugnò "Anfield Road" con un gol al 92' del suo fantastico bomber... Quei tempi, ahimè, sembrano lontani. Più o meno quanto sembra lontano quel 28 marzo, data dell'ultimo sigillo del Gila, realizzato in campionato all'Udinese. Correva il 55' e Alberto riprese una corta respinta di Handanovic per depositare in rete il gol del provvisorio 2-1. Poi, più niente. Ripetiamo: 78 giorni, 730 minuti, 11 partite di digiuno, di buio. Gilardino è entrato nel tunnel, non ne esce più. E quel che è peggio, non sa come arredarlo. Gila, che succede? Qualcuno dirà... non gli arrivano rifornimenti, non viene servito a dovere, non arrivano palloni giocabili. Tutto vero, ma non può essere solo questo. Gilardino sembra sfiduciato, non prova quasi niente, un dribbling, una fuga, l'uno contro uno...Gila prende un sacco di botte, sgomita, lotta, gioca di sponda, fa salire la squadra. Ma di tiri in porta, neanche a parlarne. Colpi di testa... ancora meno.
Eppure le premesse della vigilia erano buone: lo spauracchio del naturalizzato Amauri che si dissolve, una concorrenza tutto sommato flebile (Iaquinta, Quagliarella...con Pazzini terzo incomodo), l'entusiasmo di un bambino che tocca il cielo con un dito... Insomma, tutto sembrava contribuire ad una kermesse trionfale per il centravanti di Biella. E invece... Comunque c'è tempo per recuperare, quella col Paraguay è stata solo la prima partita. Lippi non abbandona così facilmente i suoi luogotenenti, ma bisogna fare in fretta. Le soluzioni alternative non mancano. Pazzini in primis. Giampaolo scalpita, contro i dilettanti del Gauteng ha realizzato una doppietta (dimenticavamo, neanche contro di loro Gilardino è riuscito a far gol...), in allenamento segna a ripetizione, reclama un posto a gran voce. Poi c'è l'ipotesi Iaquinta prima punta con Di Natale che gli gira intorno. Idem dicasi per Quagliarella, portato in Sud Africa un pò a sorpresa ma che proprio per questo (Lippi per lui ha lasciato a casa Giuseppe Rossi, non uno qualunque...) rappresenta una variabile pericolosissima. E allora: vai Gila, tocca a te, il violino non può più attendere.