VIOLA CI SEI O CI FAI? DOMENICA CLIMA ELETTRICO, MA IL CLUB NON CAMBIA LINEA. ASTORI: SIA FATTA CHIAREZZA

12.12.2018 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
VIOLA CI SEI O CI FAI? DOMENICA CLIMA ELETTRICO, MA IL CLUB NON CAMBIA LINEA. ASTORI: SIA FATTA CHIAREZZA

Fiorentina ci sei o ci fai? Come nello strano caso del dottor Jekill e mr Hide, a Reggio (e non solo) la Fiorentina ha avuto due facce: inguardabile nei primi 80 minuti, determinata e orgogliosa negli ultimi 10. Normali, anzi perfino ovvi, dunque, le contestazioni dei tifosi e i mugugni di insoddisfazione della curva. Fossi stato in curva al Mapei, mi sarei arrabbiato anch’io. Una squadra dodicesima in classifica che non vince da una vita e (non) gioca così, è inaccettabile, il pubblico merita una spiegazione almeno plausibile. Nel primo tempo la Fiorentina non è esistita, è rimasta in campo senza né capo né coda, per poi trovare la forza della disperazione per recuperare un risultato compromesso: allora ci fai verrebbe da dire, tanto che chi era nel settore ospiti di Reggio Emilia ha perfino rifiutato le maglie dei giocatori. La doppia rimonta comunque ha addolcito il tutto e permesso allo stesso allenatore di sottolineare la voglia di non mollare. Fosse arrivata la sconfitta, sai che rumba.

Molte perplessità però restano: perché Pjaca si trascina le gambe? Perché la difesa ha avuto questo atteggiamento molle? Perché Gerson gioca una partita sì e una no? Perché si lascia l’iniziativa agli avversari? Perché Pioli non cambia sistema di stare in campo? Perché non prova a mescolare le carte? In campo manca lo spirito comune, mancano alternative tecnico-tattiche ai soliti noti e, tolto Pezzella, mancano i leader. Tecnici e caratteriali. La speranza è che Chiesa torni a star bene, che Cholito prenda slancio dal gol, che dal mercato arrivi gente pronta subito che alzi il tasso tecnico e la capacità di segnare della squadra. Ma per ora c’è troppo poco per rilanciare il famoso progetto e credere ancora in una rimonta in classifica. La linea del club però non cambierà neppure dopo i sonori cori anti Della Valle rilanciati dalla curva: autofinanziamento, mercato creativo, l’obiettivo Europa e ovviamente quello dello stadio. Il mood viola è questo, tanto che il chiacchierato confronto viola (rilanciato in radio e sui siti internet) non ci sarà. La Fiorentina infatti ritiene di aver già chiarito i suoi piani per il futuro, sia da un punto di vista aziendale che sportivo. A tempo debito, semmai, saranno i Della Valle a scegliere se e quando parlare: una scelta legittima visto che i proprietari sono loro, ma che cozza con l’umore della piazza, sempre più delusa dai risultati che non arrivano e da una Fiorentina che in pochi anni ha perso molta, troppa competitività. A Reggio domenica si è rischiato seriamente di toccare il fondo. Pioli si è aggrappato al bicchiere mezzo pieno, ma i tifosi però ci credono sempre meno e anche contro l’Empoli, infatti, si annuncia un clima elettrico.

Per il derby il mister dovrà inventarsi qualcosa: mancheranno per squalifica Veretout, Edimilson e Milenkovic. Immagino Gerson di nuovo a centrocampo e il Cholito titolare (ma per carità non bocciamo Vlahovic, ha appena 18 anni) e spero in un Pjaca in panchina: sarà Corvino, poi, a scegliere se tenerlo almeno fino a giugno o rispedirlo al mittente già da gennaio. Come sempre però tutto dipenderà dal budget: ci sono i soldi per rimpiazzare il dormiente Marko?

Infine Davide. Domani la procura interrogherà il professor Galanti, il medico da una vita collaboratore viola che ha firmato l’idoneità sportiva dopo il test da sforzo fatto dal capitano. Ascoltando gli esperti, il caso Astori farà giurisprudenza, nel senso che come dopo Morosini comparvero i defribillatori, ora i controlli al cuore degli atleti saranno molto più serrati. Il protocollo comunque c’è già: nei casi come quello del capitano, si doveva monitorare lo stato di salute del cuore con approfondimenti specifici. Perché non è stato fatto, lo chiarirà la magistratura. A Udine, in quel maledetto 4 marzo, ero convinto, tutti eravamo convinti, che fosse stata una tragica fatalità. Che la morte di Davide fosse stata una tragedia e basta. Anche perché la Fiorentina, i controlli di routine, li aveva fatti pochi giorni prima. Oggi invece si scopre che i sospetti sono ben altri, che i referti (carta canta) aveva messo in luce l’anomalia del cuore del giocatore viola. Ha ragione Pioli, questi ultimi giorni sono stati un’ulteriore coltellata. Per la famiglia di Davide, per la Fiorentina e tutti noi. Ora vogliamo sapere. In ballo non c’è un campionato di calcio, ma la morte di un giovane atleta. E la vita di chi, come Davide, gioca con problemi che non sa neppure di avere.