UNA PERMANENZA E UN ARRIVO DI LUSSO PER PUNTARE ALLA CL. ANNO STRANO, OCCASIONE DA COGLIERE
Con l’arrivo di Dodo, approdato ieri a Roma per le visite mediche, si completa il poker di acquisti della prima parte del mercato della Fiorentina, una campagna veloce, decisa e di qualità.
Già nel ritiro montano di Moena si è visto che quella viola è una squadra con una forma e un’identità, una compagine che ha buona coscienza delle sue potenzialità, infatti nelle parole dei calciatori che si sono mostrati alla stampa, riverbera la volontà del gruppo di migliorare il settimo posto ottenuto nel campionato scorso.
Non hai bisogno di vedere l’intera scala, inizia semplicemente a salire il primo gradino, consigliava Martin Lhuter King, la Fiorentina il primo gradino lo ha salito tornando in Europa e adesso sembra avere la voglia di salire ancora, quanto lo scopriremo solo vivendo citando Lucio Battisti.
Tuttavia molto, moltissimo si è parlato di un possibile addio pesante alla truppa di Italiano, quello del centrale difensivo Milenkovic, tra le grandi è in corso un balletto di difensori e il serbo della Fiorentina piace alle società più ricche, eppure finora nessun club ha affondato con la Fiorentina che a forza di attendere l’offerta irrinunciabile, sembra si possa convincere pure a tenersi Milenkovic, pedina forte negli equilibri di squadra disegnati da Italiano.
Se il serbo dovesse finire per rimanere in viola, la sua sarebbe una permanenza di lusso, soprattutto in virtù del patto d’onore sottoscritto l’anno passato tra club e giocatore che sarebbe stato liberato dinanzi a una proposta forte di una squadra importante.
Come detto, chiacchiere a parte, la proposta forte non è ancora arrivata ( magari arriverà nelle prossime ore e Pradè dovrà muoversi in fretta e coi mezzi giusti per sostituire il partente).
Quindi Milenkovic al momento è un giocatore viola.
Permanenza di lusso appunto.
Con la spina dorsale fatta, la permanenza di cui sopra, o un’eventuale degna sostituzione: poiché non va scordato che Pradè fu il dirigente che nel 2012 vendendo Nastasic al Manchester City, si fece dare oltre a 16 milioni il difensore Savic, segno che il dirigente viola sui difensori ha competenza e fortuna.
Ed un altro arrivo, un arrivo di lusso a centrocampo, settore dove per l’infortunio di Castrovilli, c’è bisogno di un rinforzo, la squadra viola potrebbe puntare, almeno sulla carta, alle piazze alte del campionato, cioè ai posti Champion’s.
Puntare, si badi bene, competere, cimentarsi, concorrere, gareggiare, contendere, insomma partecipare alla lotta, senza pretese senza obblighi, senza pressione soverchia o sussiego, solo voglia di provarci.
Arrivarci sarà un’altra cosa e palle di cristallo non ne abbiamo.
Comunque, lo ha detto anche Leonardo Semplici ospite di radiofirenzeviola che la Fiorentina ha alzato l’asticella e quindi nel prossimo campionato punterà ad obiettivi più importanti.
In queste ore piovono sulle cronache di calciomercato scritto e parlato i nomi più affascinanti di centrocampisti che farebbero al caso della Fiorentina, da Lo Celso a Luis Alberto, merce cara, ma Commisso ha già dimostrato di non essere restìo a spese notevoli.
Anche perché il prossimo sarà un campionato strano, anzi del tutto inedito, e perciò potrebbe, sparigliando gli equilibri, favorire le outsider, ecco che può valer la pena investire onde inserirsi nel gioco dei grandi club che puntano ai grandi introiti dell’Europa dei più ricchi e potenti, in condizioni normali tentare l’assalto al cielo può essere velleitario e sterile, provarci in una stagione non misurabile a priori, dà maggiori possibilità almeno di partecipare alla lotta per i posti più ambiti.
Centrare il bersaglio grosso poi, per una società media come la Fiorentina, significherebbe innescare un circolo virtuoso: aumentare i fatturati, ergo poter investire di più e rimanere nel salotto buono del calcio continentale e via così anno dopo anno.
E allora sentiremo davvero risuonare l’allegro coro ‘Vincenzo si portaci in Champions League?’, refrain che a Firenze non s’ ode dai tempi del primo Prandelli, sotto il reame Ddv, lo risentiremo?
È ovvio come la strada delle grandi imprese non sia lastricata di velluto, anzi come dicevano i nostri padri per aspera ad astra(la via per giungere alle stelle è irta di difficoltà) , ma provarci sarebbe già un risultato rilevante, non fosse altro che per il divertimento che donerebbe alla piazza.
Quindi, siate affamati e siate folli, motto firmato Steve Jobs, uno che non era un bischero e da parte mise parecchi successi e qualche dollaruccio.
Una permanenza ed un arrivo, entrambi di un certo fasto, per provarci, poi con un po’ di fortuna…
Già la fortuna, anzi la Fortuna che per i romani era una divinità e come tale andava onorata, cogliere le occasioni è un modo di onorarla.