UN OTTIMO PUNTO. NASCE UNA FIORENTINA SOLIDA, MOLTO ITALIANA, DIFESA E CONTROPIEDE. MA SERVE PIU’ CINISMO. E IL CENTROCAMPO DEVE MIGLIORARE. IL VERO PJACA NON E’ QUESTO
Portare via un punto a una Samp in gran forma (otto gol in due gare), su un campo storicamente difficile, dove il Napoli dieci giorni fa aveva preso tre pere, non è roba da poco. Risultato apprezzabile e accettabile. Com’è il famoso bicchiere, mezzo vuoto o mezzo pieno?
Diciamo che il risultato alla fine è giusto. E se Chievo e Udinese sono squadre di caratura inferiore, Napoli superiore, la Samp era il primo avversario più o meno al livello dei viola, un test per capire a che punto è questa squadra. Già, quanto vale la Fiorentina? E come gioca?
Presto per dirlo, ma sta nascendo una Fiorentina molto italiana nell’atteggiamento, solida, molto brava a difendere che contrattacca in verticale, con velocità, negli spazi. Gioca un calcio antico rivisitato che può diventare molto efficace. Pioli l’ha programmata e voluta così.
Cosa sa fare la Fiorentina?
Fa giocare male gli avversari, tutti, in particolare quelli forti. L’allenatore è bravissimo a studiare gli altri, spiega perfettamente ai suoi giocatori cosa devono fare per affrontare e neutralizzare i rivali e in genere la Fiorentina riesce a chiudere tutte le fonti di gioco, le linee di passaggio, se necessario anche marcando a uomo come è successo ieri con Ekdal, ma non solo lui. Il Napoli sabato, la Samp ieri, braccati dalla Fiorentina, diventano incapaci di giocare, bloccati, senza idee perché non trovano spazi, non riescono a fare quello che hanno preparato. E questa è la fase difensiva viola con tanto di tre stopper bloccati. Difesa chiusa per poi per ripartire, il vecchio, caro contropiede rivisitato e corretto. Si spiega anche così la scelta di un centrocampista come Veretout davanti alla difesa con la rinuncia a un regista classico. Il francese deve far filtro, recuperare palla, rilanciare subito o partire dritto per dritto se vede lo spazio. Ma tutta la squadra appena recupera palla deve ripartire per proporre soluzioni ai lanci con Biraghi da una parte, Chiesa dall’altra, Simeone al centro con l’obbligo di aggredire gli spazi a grande velocità. In Italia nessuno gioca così (un po’ l’Atalanta l’anno scorso), per certi versi la Fiorentina può ricordare il Leicester e Ranieri, guarda caso, Pioli lo conosce bene. Non siamo certo qui a fare la buccia alle strategie degli allenatori, a dire che preferiamo il calcio di Guardiola o quello di Sarri. Ognuno ama il calcio che vuole. E poi il calcio bello, alla fine, è quello che funziona e produce risultati. Dove sta il problema?
Giocando in questo modo la Fiorentina deve diventare più cinica, essenziale anche in zona gol. Siccome ha deciso di non produrre gioco, di non fare troppo possesso, ma di giocare addosso agli altri e sfruttare le ripartenze, quando queste ripartenze ci sono vanno sfruttate al massimo. Ieri Simeone ha segnato un gol, ma Pjaca e anche Pezzella di testa, hanno avuto occasioni per raddoppiare che non dovevano sbagliare. Il gioco all’italiana impone il cinismo e su questo c’è da migliorare in freddezza e lucidità sottoporta, anche nelle scelte. Perché in genere le squadre e gli allenatori oggi sono evoluti e hanno cultura, Ancelotti con il Napoli e ieri sera Giampaolo, nell’intervallo hanno apportato correttivi e spostamenti e la Fiorentina è andata in difficoltà. Non ha più avuto sottomano lo spartito preparato in settimana. E qui c’è tutto un lavoro da fare. Il centrocampo deve far legna, ma non può limitarsi a quello. Serve la gestione del pallone nei momenti di difficoltà, gestione che è mancata ieri sera, come a Napoli. Serve maggiore personalità. La squadra però non molla mai, ha carattere, non si abbatte, addirittura nel finale ha provato a ributtarsi in avanti, ha sfiorato il gol, tutte cose che fanno ben sperare per una crescita che ci dovrà essere.
Pioli a Genova ha avuto finalmente coraggio e si è lasciato andare preferendo un attaccante (Pjaca) a un centrocampista (Eysseric). L’equilibrio s’è visto lo stesso, si può giocare anche così, però è evidente come questo Pjaca non sia ancora determinante come lo era prima dell’infortunio. Ma il ritmo lo può trovare soltanto giocando e sabato contro la Spal, davanti al suo pubblico, potrebbe essere l’occasione per dargli altri minuti e altra adrenalina. Se ha scelto di giocare con un atteggiamento difensivistico, davanti la Fiorentina deve necessariamente trovare sbocchi con la qualità di Pjaca, l‘esplosività di Chiesa e la rabbiosa rapidità di Simeone, altrimenti resta troppo bloccata. Tornando al centrocampo da migliorare, ieri sera è mancato Benassi. Il turn over serve, chiaro, ma la sua assenza si è notata. E’ punto di riferimento della manovra in uscita e sa chiudere gli spazi. Gerson continua non convincermi. In questo momento Veretout, Benassi e Edimilson (ha buona gamba e discreta qualità) mi sembra il terzetto più assortito.