SUDORE, BUON SENSO, TESTA SGOMBRA: MISTER CONCRETEZZA E IL PATTO PER TENTARE L’IMPRESA ANCHE A SAN SIRO. LE VITTORIE NON CANCELLINO LA REALTÀ: ALLA FIORENTINA SERVE FARE IL SALTO DI QUALITÀ

22.01.2020 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
SUDORE, BUON SENSO, TESTA SGOMBRA: MISTER CONCRETEZZA E IL PATTO PER TENTARE L’IMPRESA ANCHE A SAN SIRO. LE VITTORIE NON CANCELLINO LA REALTÀ: ALLA FIORENTINA SERVE FARE IL SALTO DI QUALITÀ

In fondo bastava poco. Sudore, buon senso, testa sgombra. Iachini d’altra parte è uno concreto, nella vita quello che ha fatto se l’è guadagnato senza che nessuno gli regalasse nulla e anche qui, appena arrivato, ha usato le sue armi. La Fiorentina così ha allungato il passo in classifica, ha vinto e convinto e Firenze, accesa dall’arrivo di Commisso e poi avvilita dal periodo no, è tornata ad alzare la testa. A divertirsi e a voler sfidare le grandi. Al San Paolo stato un trionfo, ma Beppe, mister concretezza, guarda già oltre. All’orizzonte ci sono altri sette giorni clou per capire se la settimana perfetta appena passata sarà stata solo una piacevole parentesi o se invece, nel girone di ritorno, questa sorprendente e imprevedibile Fiorentina potrà cambiare passo per davvero. 

Iachini - così come Rocco - ci sta prendendo gusto. Dopo la partita con l’Atalanta ha già detto alla squadra che a San Siro si andrà per crederci, per provarci davvero. Niente calcoli e testa alta, l’Inter è fortissima ma la coppa per la Fiorentina potrebbe rappresentare un sogno. Sarebbe un regalo magnifico da godersi tutti insieme. Con Rocco naturalmente, ma anche con una città che sente sua e con cui adesso si sta scambiando emozioni bellissime. 

Intanto però c’è il Genoa, dopo la Spal arriva un’altra ultima in classifica e la sensazione è che non sarà facile neppure stavolta. La Fiorentina infatti ha bisogno di campo per brillare. Chiesa è l’esempio perfetto, ma anche Vlahovic, Dalbert, Benassi, Lirola e lo stesso Cutrone, sono tutti giocatori che si esaltano nella corsa, in contropiede. Quando affronti le pericolanti però di contropiede ne hai pochi a disposizione, e allora ecco che potrebbero riapparire i cronici problemi dei viola, che ormai da anni buttano via punti proprio quando sulla carta dovrebbero farne. Iachini poi dovrà gestire bene le forze. Con questo tipo di centrocampo non ha alternative a Castrovilli e Benassi (Badelj è l’alter ego di Pulgar, mentre Zurkowski è ormai ai saluti) e già domenica dovrà inventarsi qualcosa per sostituire Dalbert squalificato: Venuti? Terzic? Il redivivo Maxi? L’altra ipotesi è il cambio di modulo per una scelta più coraggiosa, magari rilanciando Sottil nel tridente, proprio nei giorni in cui festeggia il suo rinnovo contrattuale.

Far firmare i giovani a proposito, Castro su tutti, è stata una gran bella mossa (mai più casi Zaniolo è il motto del nuovo settore giovanile), ma adesso serve dare una mano a Beppe sul mercato. Come detto, nel prossimo futuro c’è una settimana fondamentale (Genoa, Inter in coppa, poi Juve a Torino) e affrontarla sempre con gli stessi in campo non sarebbe l’ideale, anche perché in tanti, sia mercoledì che sabato, hanno finito coi crampi.

Pradé però non ha ancora stretto il cerchio sul centrocampista e, anzi, da quello che filtra dalla Fiorentina gli acquisti (arriverà anche un difensore) saranno annunciati solo la prossima settimana, a poche ore di distanza dal gong di gennaio (il mercato chiude venerdì). Perché? Questione di soldi. E’ storia infatti che i prezzi negli ultimi giorni calino, che affari che sembrano impossibili diventano possibili. Potrebbe essere il caso di Duncan, che al momento costa una tombola, ma che spinge per diventare viola: ce la farà? La Fiorentina nel frattempo prepara anche alternative a sorpresa e lavora su più piste, senza frenesia ma con la consapevolezza che l’allenatore ha bisogno di rinforzi. Uno di queste porta ad Amrabat, forse il prototipo di acquisto da Fiorentina: forte, giovane, motivato. Lui però per regolamento non potrà arrivare prima di giugno e allora è giusto aspettarsi qualche forza fresca fin da subito. Battere Gasp è stato bello, gioire al San Paolo pure, ma per fare il vero salto di qualità, serve altro.