SOLO BENALOUANE E KONE, COLPETTINI. UN MERCATO CONFUSO, TUTTO SULLE BEFFE FINALI. MANCANO I GIOCATORI IMPORTANTI. SERVIVA PIÙ CORAGGIO PER ALZARE IL LIVELLO E CENTRARE LA CHAMPIONS. OPZIONATO SIRIGU

02.02.2016 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
SOLO BENALOUANE E KONE, COLPETTINI. UN MERCATO CONFUSO, TUTTO SULLE BEFFE FINALI. MANCANO I GIOCATORI IMPORTANTI. SERVIVA PIÙ CORAGGIO PER ALZARE IL LIVELLO E CENTRARE LA CHAMPIONS. OPZIONATO SIRIGU
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© foto di Federico De Luca

Era il primo di settembre del 2015 quando la Fiorentina ha cominciato a promettere e cercare un difensore importante ebbene, cinque mesi dopo, il primo febbraio del 2016 in extremis, a tre ore dalla fine del mercato, è arrivato l’ex atalantino Benalouane ora al Leicester. Non proprio quello che era logico attendersi.

La storia infinita del difensore che non c’è, diventa così la brutta faccia di un mercato partito con tante aspettative, progetti e speranze salvo poi lasciare addosso le fastidiose sensazioni del .  Peccato.

Visto il momento e la classifica, ci saremmo aspettati di più, senza ombra di dubbio. Anzi, eravamo convinti che sarebbero arrivati almeno due giocatori importanti dopo l’intervista al Corriere Fiorentino del presidente Cognigni al dei primi di gennaio.

Cognigni, uno che non si sbilancia mai, aveva annunciato la volontà di rilanciare con pedine capaci di consentire un ulteriore salto in avanti per continuare a lottare per gli obiettivi importanti. Nessuno escluso.

Purtroppo non è andata proprio così. Alla fine gli arrivi sono cinque (Tello, Benalouane, Kone, Tino Costa e Zarate), sostanzialmente la rosa è stata migliorata, Sousa ha maggiori opzioni tecniche e tattiche, ma dopo un mese di trattative resta la sgradevole sensazione che quel che si doveva e poteva fare non sia stato fatto.

Ma quello che lascia ancor più perplessi, al di là dei nomi dei giocatori, è la costante confusione nelle responsabilità e nei ruoli che avvolge le operazioni, il senso di precarietà, quasi la mancanza di forza contrattuale di una società che è pur sempre fra le prime d’Italia con la squadra al terzo posto in classifica. Chi comanda? Chi decide? Chi tratta? Chi fa le strategie?

In fondo è l’immagine della Fiorentina che esce offuscata attorno a situazioni sempre paradossali. Al limite. Parliamo in particolare del difensore. E’ vero che la società viola aveva chiuso per Lisandro Lopez ed è altrettanto vero che l’infortunio di Luisao ha complicato tutto. Una grande sfortuna, d’accordo. Ma non si può aspettare due mesi nella convinzione che alla fine Luisao sarebbe guarito e il Benfica avrebbe mollato Lisandro. Quando è scattato l’allarme rosso, la Fiorentina è stata colta in contropiede.

Non si può pensare di chiudere in pochi giorni un’operazione complessa come quella di Mammana con interlocutori come gli argentini del calcio e in particolare quelli del River. Il colpo andava impostato per tempo, con gli interlocutori e i mediatori giusti.

Come per tempo dovevano esserci soluzioni di riserva che non possono essere De Maio (vale più o meno Tomovic o Facundo) o Stendardo che avrebbe alzato solo il livello culturale del gruppo visto che è avvocato. E Benalouane? E’ riuscito a dire no alla Fiorentina perfino lui, salvo poi ripensarci nei minuti finali. E diciamo per fortuna perché in giro a quel punto non c’era più niente. Insomma, è dura passare da un Mammana, giovane nazionale argentino, o da un Lisandro difensore di alto livello, a un Benalouane, buon giocatore e niente più.

Il problema e la delusione ruotano proprio attorno a questo. Strategicamente la Fiorentina doveva fare cose ben diverse. Il lavoro della società, di Sousa e di un gruppo di giocatori qualitativamente molto alto, hanno portato la Viola al primo posto in classifica per sei domeniche e oggi, comunque, al terzo posto solitario. Una situazione straordinaria, inattesa, da sfruttare.

Per rimanere in alto e provare a conquistare la Champions la Fiorentina da tempo avrebbe dovuto puntare su un paio di giocatori di alto livello (un difensore e un esterno destro), magari andando anche oltre il budget. Sappiamo che conquistando un posto Champions arrivano cinquanta milioni di euro, rientrare delle spese fatte a gennaio sarebbe stato facile. E comunque nella ipotesi dannata di un flop sportivo, a giugno la Fiorentina avrebbe potuto ripianare vendere qualcuno dei gioielli richiesti da tutti da Kalinic a Vecino, da Bernardeschi a Alonso. In certi momenti il rischio d’impresa è obbligatorio.

Sono un rischio d’impresa Tello, Benalouane, Costa, Zarate e Kone?

Ragionando, serenamente diciamo no. E’ vero, il livello tecnico si è alzato, ma non troppo. Via Rossi dentro Tello e Zarate. Via Suarez dentro Kone e Costa. Più Benalouane. Cambia poco, ma quel che salta agli occhi è che attorno a tutti questi giocatori ci sono dei se e dei ma da sciogliere e gennaio non è tempo di se e di ma. Tello è da rimotivare. Zarate è Zarate e lo sappiamo. Costa arriva dal Genoa. Kone deve recuperare da un guaio muscolare. Di Benalouane abbiamo detto.

A questo punto non resta che sperare che all’interno del gruppo viola questi giocatori riescano velocemente a inserirsi, portino energie fisiche e mentali nuove, rendendo magari più delle loro possibilità. Solo se succederà quello che è stato con Kalinic e qualche altro, le perplessità di oggi potranno essere superate. Il rischio c’è e non era il momento dei rischi: questo è il problema.

Passando ai voti, se al mercato estivo avevo dato 6,5, questo non arriva alla sufficienza non per i giocatori in sé, ma per la strategia che non condivido.

Quando ritornerà un momento come questo? Fino a quando Milan e Roma continueranno ad avere problemi e l’Inter a faticare?

Comunque nessuno deve mollare.

La delusione, parziale o totale fate voi, c’è, si sperava di più, ma da stamattina deve essere messa da parte. Così come sono sproporzionate le critiche sempre eccessive (di pochi) a una società che fa bene e che comunque tiene la Fiorentina al terzo posto.

Da stamattina serve di nuovo l’appoggio totale e incondizionato della città e della tifoseria a una squadra che sta comunque facendo cose straordinarie, vuole ripartire per restare in alto fino alla fine e difendere il terzo posto.

Le possibilità ci sono ancora tutte, i nuovi una mano la daranno e l’obiettivo Champions dovrà restare vivo fino a maggio.

Notizia della sera, confermata la nostra anticipazione: Sirigu resta al Psg, ma c’è un accordo con la Fiorentina per giugno. Questa è buona.