SINISA, COSÌ NON VA
Un'altra occasione persa, la Fiorentina si sta tristemente abituando a questa tendenza. Il campionato è appena iniziato, ma due indizi - Lazio al Franchi e Cesena in trasferta -, fanno quasi una prova. C'è una sgradevole sensazione che serpeggia tra i tifosi: che la Fiorentina sia molto simile a quella dello scorso anno. Una squadra consegnata ad una stagione mediocre.
Dodici mesi fa c'era un alibi forte: l'infermeria affollata come una stazione. Ora lo scenario è molto diverso. Mancherà Gilardino ancora per qualche settimana; Jovetic non è al massimo della condizione; Vargas è il grande assente, forse il più assente di tutti e va recuperato; ma questo può bastare a giustificare una Fiorentina in deficit di gioco? Crediamo di no. E' rimontata l'onda del dissenso nei confronti di Mihajlovic, accusato di essere il colpevole delle prestazioni non esaltanti dei viola. In tanti ne chiedono la testa. Non può essere l'unico colpevole, ma ora tocca a lui inventare qualcosa per far decollare la squadra. Più che mai è incatenato ai risultati.
I numeri non aiutano Sinisa: 8 punti in 6 partite sono francamente pochi per un gruppo che ha nell'Europa League un traguardo certo, imprescindibile, stando alle parole di sabato scorso spese dal presidente Della Valle. Concetti netti, inequivocabili. La Fiorentina nelle trasferte di Udine, Napoli e Cesena non ha messo dentro un pallone, mentre in casa ha segnato 6 volte (Cerci in 3 occasioni, Jovetic in 2 e una con Gilardino). Dopo le ultime tre in classifica (più il Siena)è la formazione che ha realizzato meno. Mihajlovic si consola con la difesa, la terza del torneo, con 4 reti subite. E questo è un altro indizio che porta all'anno passato: la Fiorentina nel girone di ritorno ha perso poco, blindando la difesa, con una robusta predisposizione al pareggio, ma dimostrando una chiara sterilità offensiva. Morale: quando c'è da fare gioco, creare occasioni, fabbricare gol, cominciano le difficoltà. Molto meglio quando c'è fa fermare l'avversario e ripartire. Mihajlovic deve e può fare tanto di più. Il salto di qualità della Fiorentina passa attraverso la proposizione di un'idea di calcio, una manovra fluida, aggressiva. Pareggiare a Cesena, contro l'ultima in classifica che prende due traverse, e per di più restando in superiorità numerica per 18 minuti, è un brutto verdetto. Anche se lo sguardo generale al campionato racconta che l'Inter ha 4 punti in meno della Fiorentina, il Napoli è bello in Europa e ondivago in Italia, e che la serie A sembra diventata il mare magnum della mediocrità. Basta vedere la quantità di zero a zero di questa giornata.
La proprietà viola e il suo direttore sportivo sono distanti dalla cultura dell'esonero del tecnico. Mihajlovic gode ancora della fiducia di chi gli ha affidato l'incarico, ma insieme a tutti gli altri è sotto esame, a prescindere. La Fiorentina non lotta per lo scudetto, né per la Champions, su questo siamo tutti d'accordo, però è impensabile immaginarla fuori dall'Europa per il terzo anno consecutivo. Questa società, in ragione anche degli investimenti futuri, stadio e cittadella, non può permettersi il lusso di giocare a metà settimana ai Campini e non all'estero. Mancare il traguardo continentale nel prossimo maggio equivarrebbe ad un fallimento, ce lo dobbiamo dire con franchezza. Quindi ogni sforzo dovrà essere compiuto in questa direzione. Mihajlovic ha una bella responsabilità, tecnicamente la più grande. E' il duro mestiere dell'allenatore.
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana