MEZZO SECOLO PER PASSARE DA QUELLO CHE GIOCAVA GUARDANDO LE STELLE A QUELLO CHE CI FA UN FAVORE. TRAMPOLINI&SACRIFICI BY JOVIC, MA E’ IL CLUB CHE HA LAVORATO MALE
E’ un brutto periodo per le cose viola, ma non per i risultati della squadra che sono in via d’aggiustamento, bensì per il ritmo delle discussioni, per non dir casini. In casa viola infatti ogni dì è una polemica, un caso che più che discutere fa litigare. La baruffa è un po’ nel dna dei fiorentini, ma è anche lo stile di questi tempi in casa gigliata, dalle conferenze stampa nervose del presidente a scendere al nervosismo dei tifosi, leggi i casi che hanno portato la tifoseria viola nel mirino della critica nazionale, sovente ingiusta e pressappochista.
I giocatori sono altrettanto elettrici e talvolta se ne escono con gesti o parole in libertà: l’ultima bestialità in ordine di tempo reca in calce la firma di Luka Jovic, ragazzino che la Fiorentina, onde sostituire le caterve di reti che segnava Vlahovic, s’è fatta regalare bussando col cappello in mano alla porta del Real Madrid, Jovic, dopo tempi asfittici, ha iniziato ad imbroccare qualche prestazione e pure a buttarla dentro, con una cadenza di un gol ogni tre/ quattro divorati circa, dopo le reti sono giunte le esultanze polemiche che han fatto molto discutere ultimamente. Ma non bastava e quindi invece di imporre un salutare silenzio a Jovic e all’intera spiacevole vicenda si è deciso di far parlare il giocatore con un giornale di casa sua. Ne è venuta fuori un’intervista bomba fatta di trampolini (Firenze verrebbe considerata una tappa di lancio per la carriera futura, un passaggio insomma). Trampolini e ‘ sacrifici’, quelli economici che Jovic avrebbe fatto per venire a giocare in viola. Di qui a far pensare che il ragazzo giochi per fare un favore a noi tutti, sacrificato e con la testa votata ad un futuro in un club più importante, è stato un attimo. Più di qualcuno si è chiesto se sia questo suo mal di pancia cronico che ha condizionato le prestazioni modeste di Jovic nella Fiorentina fino ad oggi. La domanda è chi abbia autorizzato l’intervista di Jovic e perché, visto che il club viola è di solito molto attento ad evitare soverchi contatti tra la stampa e i giocatori. Infatti nelle ore successive una radio locale fa uscire un comunicato riparatore che smussa trampolini e sacrifici. Ma in casa viola non erano forse contenti e infatti a stretto giro di posta esce un’altra intervista a colleghi serbi, ma il troppo stroppia e la toppa è peggio del buco, del resto la gente non è idiota e capisce bene che la situazione è imbarazzante.
Si è lavorato male e non è solo colpa di un ragazzino che ritiene ‘sacrifici’ guadagnare 2,5 milioni netti all’anno per giocare al pallone, circa 200mila euro al mese, c’è chi dirà che avrebbe potuto ambire a una cifra maggiore, ma allora il giovinotto impari il senso della parola ‘ sacrificio’ e non la pronunzi, dicendo che semmai per giocare in viola gli è stato domandato uno sconto di avidità.
Ma immaturità di Jovic a parte, si è lavorato male da dentro al club, infatti potranno far fare a Jovic altre duecento interviste coi più ‘ disponibili’ dei giornalisti, ma la gente si ricorderà sempre dei trampolini e dei sacrifici, anche quando Jovic, come gli auguriamo, verrà chiamato Lukagol, gli errori di comunicazione hanno un conto lungo e duraturo. E resta il disagio sentimentale di pensare che a Firenze in mezzo secolo di pallone si sia passati da quello che giocava guardando le stelle a quello che gioca facendoti un favore.
O tempora o mores.
Che poi riflettendoci ancora, una volta passato di bocca il fastidioso sapore della vicenda: la storia del trampolino può avere altri aspetti degni di analisi, la Fiorentina è e resta un club medio, con buon blasone, ma pur sempre medio, taluni dicono una nobile decaduta, di certo non è il Real Madrid, una grande inglese, ma neppure una delle società italiane di vertice. Perciò è ovvio e accettabile che un giovane calciatore non veda Firenze come un punto d’arrivo tout court. Inoltre negli ultimi anni, sotto questa gestione e la precedente, la Fiorentina ha subito una specie di empolizzazione o udinesizzazione( club che vendono ogni anno i migliori per sostenersi) che le ha impedito di trattenere per un tempo congruo i calciatori più forti, compresi quelli esplosi in viola, si pensi anche solo a Chiesa e Vlahovic.
Normale quindi che un giovane che si augura di fare presto il salto di qualità, Jovic a dire il vero è ancora lontanino da questo obiettivo, si auguri anche di andare in un grande club a guadagnare stipendi top. Ma per fortuna nel calcio il campo incombe in fretta e la Fiorentina tra una manciata di ore sarà di scena in Conference nella città dei playmobil che è Riga in Lettonia.
Le dissertazioni sull’operazione simpatia di Jovic e della Fiorentina vanno tosto abbandonate. Per altro toccherà forse di nuovo al serbo usarci la cortesia di scendere in campo con la maglia viola, chissà se facendoci anche la grazia di fare un gol. A lui o all’altro attaccante, quel Cabral magari meno tecnico e bravo a giocare del compagno, ma di certo più simpatico, con quella sua aria ieratica quando si raccoglie in preghiera prima di entrare in campo e senz’altro con un miglior rapporto tra palle gol e reti realizzate rispetto a Jovic.
Per il resto e chiudendo, per chi parla a vanvera e lavora male, non c’è che citare il grande Rino Gaetano che col suo: ‘la zappa il tridente il rastrello, la forca, l’aratro il falcetto il crivello, la vanga e la terra che spesso t’infanga’, intendeva gentilmente invitare i saccenti e i superbi (nel caso anche il sottoscritto) al sano lavoro della terra.