IN ARRIVO DUE ESTERNI PER ATTACCO E DIFESA. SIMEONE RIFERIMENTO OFFENSIVO: LA FIORENTINA PRENDE FORMA. PIOLI LAVORA SULLA COESIONE
In attesa che Corvino e il Milan trovino una sintesi su richiesta/offerta per l’affare Kalinic, il mercato viola parla la lingua delle fasce. Non potrebbe essere altrimenti. Con 4-2-3-1 si scherza poco. Servono quattro esterni offensivi, più che titolari e riserve, uomini, stantuffi, cavalli da corsa, gente che sprema i polmoni come limoni e che senza scuotere la testa sia pronta ad accettare il cambio tra il 60’ e il 70’ quando la partita si fa dura.
Dunque, facciamo un po’ di conti: Chiesa e Zekhnini da una parte, Benassi e mister X dall’altra. Intanto Benassi: forse è bene chiarirci le idee. Il centrocampista ex Toro, che in questo mercato è diventato un colpo per la Fiorentina, pare si stato preso - nell’amichevole di Pistoia si è intravista l’intenzione - per fare l’uomo di fascia, per meglio dire, l’assaltatore alla Chiesa e non il centrocampista. Pioli lo vedrebbe così. Perché no? In fin dei conti Chiesa a Torino, il 20 agosto a Torino contro la Juve, partì in mezzo al campo, come secondo trequartista. Poi divenne in seguito un esterno fortissimo. Ci fidiamo di Pioli.
Già, mister X, ma chi sarà? Le indicazioni portano a Jesè Rodriguez Ruiz, spagnolo del Psg con un passato nel Real. La trattativa non sembra facile, tutt’altro, ma l’obiettivo è caldo anche se andrà convinto fino in fondo a scegliere Firenze.
L’altra missione di Corvino è prendere un terzino sinistro. A destra ci sono Gaspar e Tomovic, a sinistra solo Olivera. Maxi, per carità, si impegna, ma occorre qualcosa di più dell’uruguagio. Corvino sta sondando le piste del mercato, deve trovare una soluzione valida.
Simeone sarà il nuovo centravanti della Fiorentina non appena i viola avranno dato Kalinic al Milan. Si discute di quattrini col Genoa, ma la trattativa andrà in porto.
La Fiorentina piano piano sta prendendo forma, finalmente. Un po’ in ritardo, ma forse ora ci siamo. Pioli, intanto, sta facendo un gran lavoro sulla coesione del gruppo e sul rapporto con la società. Dopo il periodo di Sousa, quello del fortino armato, del branco contro tutti, siamo passati all’era dell’inclusione. Non è poco. Anzi, ci pare un bel passo in avanti.