GATTUSO, IL SEGNO DEL COMANDO. STANDO AI RUMORS, MERCATO DI QUALITA’: E’ CAMBIATA LA PROSPETTIVA DEI VIOLA. PISTA PORTOGHESE E NON SOLO, C’E’ CURIOSITA’ INTORNO ALLA FIORENTINA
Si è appena consumata la prima giornata fiorentina di Gattuso, un’immersione totale nella nuova realtà: dal centro sportivo attuale a quello del futuro, dalla conoscenza del personale alla riunione operativa con i dirigenti viola per parlare di mercato. Più la ricerca della casa affidata alla consorte, senza dimenticare il figlio che giocherà nella cantera viola.
Tutto in un giorno per guardare in faccia la Fiorentina, con il volto di chi è abituato ad esporlo al vento. Capita raramente, quasi mai, che in un mondo così complicato come quello del calcio, ci sia univocità di giudizio su un allenatore e sulla sua cifra morale. Gattuso è quello vero, con un gran cuore, con la medesima espressione, sia a telecamere accese che in privato: un solo comportamento, identico con tutti, schiena dritta. Carattere ruvido come tutte le persone schiette, non sopporta i voltafaccia, diciamo che fisicamente non li tollera. Ha il segno del comando, la sua è una leadership naturale, non confonde autorevolezza con autoritarismo. E’ quello che serviva alla Fiorentina in questo preciso momento storico, niente di più, niente di meno, solo Gattuso.
Il segno del comando non si estrinseca solo col carisma, ma anche con i suggerimenti che saprà e dovrà dare ai propri dirigenti per seguire le linee guida del mercato. Gattuso è un attrattore sicuramente di profili importanti per la Fiorentina, ha la modalità giusta per convincerli a puntare su Firenze. Poi ha idee e ha alle spalle un manager come Mendes che può aprire molte serrature. La sensazione è che dopo poche ore trascorse a Firenze, Ringhio sia già padrone della sua nuova casa, i suoi occhi hanno già preso visione del lavoro. Tornerà il 9 luglio per la prima seduta prima di andare a Moena e magari per quella data ci saranno già delle novità a disposizione di Gattuso.
Intanto ci affidiamo agli spifferi del mercato, tra nomi veri e verosimili, le classiche bufale, i depistaggi e le sorprese. Tutto quanto fa mercato. Sarebbe bene non prenderlo sempre sul serio e non prendersi troppo sul serio perché il gioco è noto a tutti. La Fiorentina in questa fase è molto attiva anche perché stavolta è partita prima della concorrenza dopo un’estate (2019) nella quale il neo presidente Commisso arrivò a giugno e si trovò a rincorrere tutto, mentre un anno fa di questi tempi si programmava la ripartenza del campionato post lockdown con un mercato da affrontare a settembre e dai tempi ristretti.
Diciamo che forse da quando Rocco Commisso è presidente della Fiorentina questa è la prima estate in cui tutto può essere affrontato con calma e maggiore lucidità. Un vantaggio che il club viola intende giocarsi fino in fondo. I nomi? La pista portoghese è molto calda: Oliveira (Porto), Corona (Jesus è messicano, ma gioca nel Porto), Guedes (ha la maglia del Valencia), sono giocatori di spessore. Parliamo di metà campo ed esterni, cioè del cuore della manovra. Costano cari? Sì, non c’è dubbio, ma la Fiorentina ha le possibilità di fare investimenti, laddove tanti altri club invece fanno i conti con debiti pesanti.
Il problema, però, non è il listino, ma la qualità. Per quella niente è mai sbagliato: sono i giocatori medi che fanno saltare il bilancio se fallisci il loro acquisto, con quelli di qualità non ci rimetti mai. E’ una vecchia regola del calcio che non andrebbe disattesa. La pista portoghese spiega anche altro: la volontà dei dirigenti viola di alzare l’asticella, di puntare più in alto scegliendo il meglio rispetto alle proprie possibilità economiche. C’è un cambio di marcia, innegabile. Paradossalmente non conta tanto chi arriverà, ma perché arriverà. Un segnale fortissimo all’ambiente e al mondo del pallone italiano. La Fiorentina, seppur ripartendo dal basso, vuole provarci. I viola sognano di diventare quella squadra in grado di bruciare le tappe di una agognata risalita.
In porta si discute molto di Dragowski, che per noi resta uno dei pilastri della salvezza appena conquistata. Il dibattito ruota sulla sua poca capacità di far ripartire l’azione dal basso. Cragno è un’ipotesi, Silvestri un’altra. Ospina un’altra ancora, ma più difficile.
Per l’esterno di destra i viola attendono di capire il destino di Lirola che dovrà essere valutato da Gattuso, ma che non pare così invogliato a riabbracciare Firenze. Una buona alternativa sarebbe Hysaj svincolato dal Napoli.
Prepariamoci perché di calciatori accostati alla Fiorentina ce ne saranno tanti: intorno alla nuova squadra viola, infatti, si è creata tanta curiosità. Il campionato guarda alla Fiorentina come ad una grande che tenta di ritrovare il suo antico blasone. Il clima è positivo, nell’aria si respirano buone sensazioni. Ce n’era un gran bisogno.