DDV SCENDE IN CAMPO. ECCO PERCHE’ PIOLI LO HA STREGATO. IL RUOLO DI MEDIAZIONE DEL SINDACO PER UN NUOVO INIZIO. CON IL BOLOGNA DUBBIO GASPAR-LAURINI. SAPONARA DIFFICILE. CORVINO SBRIGATI, ANCHE L’INTER PUNTA CHIESA
Diego Della Valle che chiama spesso Pioli e sprona Corvino a fare operazioni di mercato è quasi una nuova discesa in campo di Ddv, di sicuro la vera novità di un’estate passata tra le nebbie viola. Può essere la svolta. Perché? Semplice. Ricordate le dichiarazioni degli ex giocatori della Florentia e degli anni eroici della C2 e della B? Tutti hanno sempre sottolineato come la presenza o le telefonate di Ddv fossero adrenalina pura. Stimolo, spinta, coesione per il gruppo. Stiamo tornando a quei tempi? Possibile. Probabile. E con Diego che torna potrebbe essere tutta un’altra storia.
Intanto c’è da registrare il grande feeling con l’allenatore, nato quasi per caso e fortificatosi in tre-quattro mesi di conoscenza. Pioli a Diego piace e l’ha raccontato a tutto il suo entourage. Intanto è italiano e anche nel dopo-Montella il patron aveva spinto a lungo per prendere un allenatore italiano, in corsa c’erano Donadoni e Maran. Poi Andrea, Cognigni e il settore tecnico spinsero per Sousa, ma Paulo non è mai stato l’allenatore di Diego. Non ci ha mai voluto parlare. Lo avrebbe esonerato volentieri dopo la sparata nel post-mercato del 2016. Poi, per non fare inutili polemiche interne, l’anno scorso ha preferito distaccarsi completamente tanto che a domanda "cosa dice Diego", le risposte sono sempre state le stesse: "non si interessa più di calcio".
Sarà anche un caso ma il disamore totale di Diego è coinciso con due stagioni disastrose, una serie di errori e cose di non-calcio, il tutto culminato con l’ottavo posto. Se Diego è tornato è anche merito di Pioli. Gli amici bolognesi glielo avevano sponsorizzato. E’ una persona pacata, di buon senso, accomodante, pensa sempre positivo e questo, secondo Diego, vuol dire moltissimo. Ha un look Della Valle, toni giusti, aziendalista e motivatore, esperienze importanti, buone e cattive, che comunque gli hanno dato esperienza. Una persona normale, non un drogato di calcio, ma con dentro una grande voglia di far bene, condita dall’amore per la Fiorentina. Per tutti questi ed anche per altri motivi, Diego ha cominciato a infittire le telefonate. A spronare e incoraggiare come una volta.
E questo il gruppo lo ha percepito. Diego è sicuro che una squadra sicuramente non eccelsa, possa trarre molto giovamento e crescere con Pioli totalmente appoggiato dalla proprietà. Noi andiamo oltre, è fondamentale. "Sembra di respirare il clima di quegli anni duri, ma bellissimi" è il commento del vicepresidente esecutivo Gino Salica, che quei tempi li ricorda bene. Insomma, le negatività dell’era Sousa sono diventate positività. Vi raccontiamo queste cose che vanno oltre il valore della squadra (per noi comunque modesto) per dire che si stanno ricreando le basi per poter ritornare a far bene calcio. Ci vorrà del tempo, pazienza e fortuna, ma senza basi di questo tipo sarebbe tutto inutile.
Nel cercare di ricreare rapporti nuovi, molto ha fatto anche il sindaco Nardella. Prima in maniera sotterranea, poi alla luce del sole dieci giorni fa. Giustamente, Nardella non ha mai accettato che la presenza di una proprietà forte e conosciuta nel mondo che ha investito e vuole ancora investire per fare lo stadio, invece che una risorsa fosse per gran parte di Firenze solo un peso. Errori da entrambe le parti? Sicuro. Incomprensioni da rimuovere? Certamente. Nei mesi post decisione di vendere, Nardella si è mosso con intelligenza per capire e fare, fino al viaggio a Casette d’Ete quando ha giudicato che il momento era stato favorevole. Il ponte l’ha gettato il sindaco in prima persona, un gesto forte che è stato molto apprezzato.
Apprezzatissimo, direi. Un gesto anche forte, se volete, ma dettato dalla convinzione che ritrovando un terreno comune si possa ricreare presto un futuro roseo per la Fiorentina. Come del resto sono già stati certi periodi dell’era Della Valle. Il tutto, naturalmente, nell’interesse della Fiorentina e di Firenze perché, come si è visto, in questi mesi non c’è stata la fila per comprare la società viola. E forse non ci sarà mai. Dunque, l’allenatore e la squadra stimolati e seguiti dalla proprietà anche tramite Salica e Antognoni presenti tutti i santi giorni. Un clima ai campini come non si respirava da anni. E i Dv che stanno per tornare.
Come vi abbiamo già detto, Adv ha pensato di non venire sabato prossimo come aveva ipotizzato la settimana scorsa. Non vuole sfruttare il cinque a zero di Verona, sarebbe dare un senso sbagliato al ritorno. I Della Valle non tornano per i tre punti, ma per gettare quelle famosi basi diverse. Per un nuovo inizio. Il tutto è rimandato a ottobre. Ma sarà molto casual, senza fanfare. Profilo basso, forse anche qualche dichiarazione di Ddv. Anche nella comunicazione c’è molto da migliorare e le mosse saranno ponderate.
Nel mezzo a tutta questo , c’è anche il campionato. Tutto collegato, naturalmente. Sabato arriva il Bologna che vale meno della Fiorentina, ma domenica con il Napoli l’ho vista giocare con grande intelligenza per 70 minuti. La Fiorentina dovrà trarre energia dai cinque gol di Verona, ma dimenticarli in fretta. C’è ancora tanto da lavorare per crescere bene. E Pioli lo sa. Se la squadra giocasse con leggerezza dopo una vittoria così larga, vorrebbe dire aver buttato via settimane di lavoro.
Formazione? Dovrebbe essere confermata con l’unico dubbio Laurini (più difensore) o Gaspar (uno che spinge). Il Bologna ha degli esterni molto bravi (Verdi su tutti), io giocherei con Laurini. Ma non sono Pioli. Per fortuna commenteranno in molti. Su Saponara ci sono ancora dubbi, forse sarà convocato. Ma anche no. Non è prontissimo. E pure per Eysseric c’è da aspettare. Sabato dovrebbe esserci anche Corvino, al ritorno dalle vacanze per affrontare la sua ex squadra. E poi da lunedì al lavoro sul rinnovo di Chiesa. Come vi abbiamo già detto, la proposta è contratto fino al 2022, un milione l’anno a salire a fronte dei 400 attuali. Nessuna clausola rescissoria. C’è da fare in fretta perché oltre al Napoli che freme, in corsa c’è anche l’Inter. Spalletti vorrebbe Chiesa per metterlo dietro a Icardi, fargli fare quel ruolo da incursore e collegamento fra centrocampo e attacco che ritiene scoperto. Speriamo dal 2022 in poi…..