CHIESA, PRESTO LA VERITA’. L’INCONTRO CON PRADE’ E IL VIAGGIO NEGLI USA. DRAGOWSKI, PUGNO DURO. VERETOUT, IL NAPOLI ASPETTA. SIMEONE, SI ATTENDONO OFFERTE. ANTOGNONI, NESSUNA PROMOZIONE. MONTELLA SUBITO CONTRO LA SOCIETÀ. MOENA, RADUNO TRISTE
La luna di miele con Rocco Commisso sembra già finita, almeno a giudicare dai tifosi che frequentano i social. E c’era da aspettarselo. L’equazione tanti soldi-tanti giocatori non funziona e non può funzionare, soprattutto nel caso della Fiorentina, una società ridotta a un cumulo di macerie dopo tre anni disastrosi firmati dalla strana coppia C. & C., Cognigni e Corvino con la supervisione di Diego mi spiego. Le macerie vanno portate via, c’è da bonificare il terreno e poi si potrà costruire. Non sarà facile e in certe situazioni la pazienza conta più dei soldi. Ci sono casi da risolvere ereditati dalla precedente gestione, da Chiesa a Veretout, a Dragowski e non solo, una sessantina di giocatori da vendere, una decina da comprare e servono soltanto buoni. Nessuno ha la bacchetta magica, neppure Rocco Commisso che ragiona da imprenditore senza vendere fumo o regalare facili illusioni.
Diciamo la verità, il raduno di Moena è uno dei più tristi degli ultimi anni, almeno l’anno scorso arrivò all’improvviso Andrea Della Valle a regalare gaffes e gag che ci hanno fatto campare per tutta la stagione. Quest’anno niente, neanche lo straccio o lo straccetto di un dirigente nonostante la lacerante attesa dei reduci del disciolto Club della Bistecca che stanno imparando in fretta lo slang italo-commissiano e girano con la bandiera americana nel taschino a mo’ di pochette.
A proposito, mi raccontano che è stato davvero struggente chiudere il Club, mancavano solo le note del Silenzio fuori ordinanza dalla tromba di Nini Rosso. Sono già sparite tutte le effigi del capo deposto, le maglie, memorabilia e dediche personalizzate. Le tessere strappate assieme ai conti da pagare. Povero Corvino, è finito quasi come Ceausescu.
Ora i suoi amici sono già tutti amici di Rocco e poco importa se faticano a distinguere Rocco Commisso da Rocco Siffredi. C’est la vie, che tradotto da un famoso collega diventerebbe di sicuro .
Quale sarà la strada della Fiorentina? Difficile capirlo oggi, anche se ci sorregge una ferrea convinzione: nessuno potrà fare peggio.
Fra i casi da risolvere, naturalmente, il più importante è quello relativo a Federico Chiesa. Venerdì tornerà dalle vacanze e incontrerà Daniele Pradè. Il direttore viola spiegherà la posizione e le ambizioni della nuova società, i programmi e le intenzioni. Federico Chiesa per Commisso è incedibile. Pradè dovrà valutare la posizione e le reazioni, nessuno si aspetta una presa di posizione forte anche perché il ragazzo ha sempre mostrato grande attaccamento alla maglia e il padre-procuratore Enrico grande equilibrio. Poi l’anno prossimo ci saranno gli Europei e Federico potrebbe arrivarci meglio dopo aver giocato da titolare una grande stagione in viola. Dopo il faccia a faccia con Pradè è probabilissimo che Federico Chiesa si imbarchi con i compagni provenienti da Moena con destinazione New York anche se una decisione definitiva non è ancora stata presa e qualcuno preferirebbe non rischiarlo senza un minimo di preparazione atletica. Ma Chiesa non può mancare negli Usa, una vetrina internazionale troppo importante. Proprio negli Usa è previsto (fra l’altro) l’incontro con Rocco Commisso che vuole conoscere il ragazzo e probabilmente affidargli la fascia di capitano. Vedremo.
Altro caso, Veretout. Mesi fa cambiò agente mettendosi in mano a Giuffredi, grande amico di Corvino e procuratore di Laurini e Biraghi. Con quella mossa s’era capito tutto. Giuffredi lo spinse verso Napoli, fino a un accordo con la società azzurra. Ora il panorama è cambiato (ovvio), ma Veretout forte della promessa di cessione ricevuta mesi fa, si sente praticamente un ex. Pradè non accetterà giocatori dal Milan, vuole cash. E se il Milan arriva almeno a 20-22 forse si potrà fare. Il Napoli aspetta sereno, forte dell’intesa con il giocatore.
Invece il giovane portiere Dragowski è furibondo (giustamente) perché un anno fa Corvino lo scavalcò con un portiere di 19 anni, più acerbo di lui, salvo poi mandarlo all’Empoli. Più dei soldi (ma anche i soldi) è l’orgoglio che lo spinge a chiedere di andar via, soldi e orgoglio una bella accoppiata. La società ha deciso la linea dura e fa bene, Drago avrà un ritocco all’ingaggio, ma la Fiorentina non può farsi ricattare da un portiere che ha giocato a Empoli poco più di tre mesi in Serie A. Non vale un ingaggio milionario, almeno non ora. E il contratto scade nel 2022, un segnale va dato altrimenti inutile firmare accordi pluriennali. Se poi davvero Dragowski porta 20 milioni cash, se ne può riparlare.
Altro giocatore in stand-by è Simeone e non fatevi ingannare dalle dichiarazioni ufficiali tese a salvaguardare il patrimonio societario. L’argentino non è una punta da 4-3-3 e Montella lo sa bene, ma il mercato è lunghissimo e ne vedremo delle belle. Ma anche delle brutte.
A proposito di Montella, la prima uscita ci ha lasciati perplessi. E dico poco. Ma l’allenatore viola ha capito di essere un miracolato a non essere stato esonerato dopo la striscia negativa, l’esonero di Siviglia e le otto gare senza vittoria a Firenze? Non si può permettere di attaccare la società per il torneo negli Usa (io non ci sarei andato), perché un allenatore è anche un manager e deve lavorare in armonia con la società. Spero che qualcuno glielo faccia capire, i primi tre anni con Della Valle portarono alla rottura traumatica proprio per l’atteggiamento poco umile e per niente manageriale dell’allenatore. Due esoneri e mezzo (Milan e Siviglia, anche Samp) non gli hanno insegnato niente. Se un allenatore non è in sintonia completa con la società, intanto non lo deve dire in pubblico e poi ha una sola strada: andarsene. Non si può ironizzare o andare contro come ha già fatto Montella. Spero che qualcuno intervenga, le società serie si costruiscono anche con l’attenzione a questi particolari.
A proposito di società, su Antognoni avevamo capito male. Ha avuto l’adeguamento di stipendio (almeno così pare), ma non farà carriera da presidente, vice presidente o direttore generale dell’area tecnica.
Semplicemente diventerà direttore tecnico, un nome nuovo per confermarlo club manager, più o meno quello che era. Tutti i manager sono uomini fidati di Rocco Commisso, la squadra la farà Pradè con Joe Barone e nuovi collaboratori che il Dt sta immettendo in società. Evidentemente anche negli Usa le bandiere sventolano a fatica.