BATI, CHIESA E IL ROCCO STYLE. TUTTI CONQUISTATI DA COMMISSO: “QUEST’ANNO CI DIVERTIREMO”. BENNACER PER UN CENTROCAMPO DAI PIEDI BUONI, COL MISTERO DEL 9 (E IL SOGNO IBRA)
“Quest’anno ci divertiamo”. La frase rimbalza dagli uffici viola, chi lo ha conosciuto da vicino giura di essere rimasto impressionato dall’impeto, la caparbietà, la grinta e l’entusiasmo di Commisso, l’uomo-simbolo della voglia di ripartire, di costruire un futuro finalmente felice, pieno di speranze e ambizioni. Montella lo ha detto senza giri di parole, ma anche Pradè, Antognoni e lo stesso Batigol si sono detti conquistati da Rocco, dalla sua competenza unita alla caparbietà di un uomo che, dopo aver fatto soldi a palate, si è regalato un balocco da 130 milioni. Il calcio è la sua vecchia passione, l’Italia il suo primo amore: ci sono le premesse insomma per divertirsi davvero, anche perché Joe Barone è manager dalle idee chiare che proprio Commisso ha già deciso di spostare a Firenze per accelerare il processo di apprendimento dei meccanismi del calcio italiano e del mondo viola.
Anche ieri si è avuto dimostrazione del Rocco style: una telefonata per Bati, una frase (che sa di sentenza) per Chiesa. Dopo il primo incontro Gabriel non pareva convinto. Troppe nubi intorno al suo ruolo, troppo debole l’idea di diventare semplice ambasciatore per pensare di lasciare l’Argentina e tornare a vivere a Firenze. Nel giorno del clamoroso addio di Totti alla Roma insomma, la Fiorentina rischiava di dover convivere col no di Re Leone, un colpo basso alla pioggia di consensi per il nuovo proprietario viola. E allora Commisso ha chiamato Barone e ordinato il contrattacco: risultato, Bati più sereno e soprattutto più convinto del reale interesse di Rocco per lui. Lunedì, quando Commisso tornerà a Firenze per la finale del Calcio Storico, potrebbe essere il gran giorno del ritorno di Batistuta nella Fiorentina. Discorso simile per Chiesa: il giocatore resta in silenzio? La Juve insiste? E allora, Rocco va all’attacco: “Non lo cedo neppure per 100 milioni”. La palla dunque adesso è tutta nella metà campo di Fede, che per andarsene dovrà necessariamente uscire allo scoperto. Ne sapremo di più a fine mese, quando l’Under avrà finito il suo Europeo e Chiesa, magari, avrà segnato altri gol.
Intanto Pradè sta muovendo le prime mosse: Bennacer piace, il Genoa è quasi fuori gioco. Resta la concorrenza estera, ma l’algerino, piedi buoni e ottima propensione a far girare palla, potrebbe essere un nome buono. Occhio poi a Zurkowski: stasera in Italia-Polonia Under21 ci sarà anche lui, Montella lo guarderà con attenzione perché le relazioni finite sulla sua scrivania sono tutte entusiastiche. Il polacco dunque potrebbe essere molto più di un semplice giovane da tenere in naftalina. Mistero, per ora, sull’attacco: Muriel andrà all’Atalanta e come già detto su queste pagine, la scelta viola è rischiosa. Luis è lunatico, va a sprazzi, ma quando si accende è una lama tagliente. Le sue accelerazioni mancheranno, urgerà trovare soluzioni alternative. De Paul per esempio, che Pradè ha avuto a Udine e che l’Inter ha mollato, sarebbe un’ottima opzione. Simeone invece non è credibile, Vlahovic è ottimo ma va lasciato crescere. Le scelte viola le capiremo più avanti, di sicuro il modus operandi di Pradè-Montella è molto diverso da quello di Corvino: alla nuova coppia viola non dispiace l’usato sicuro, anzi. Aquilani, Pizarro, lo stesso Gonzalo e qualche altro, ne sono la dimostrazione. Qualche grande vecchio da rilanciare insomma arriverà, anche se Ibra - grande vecchio per eccellenza - sembra più un sogno che realtà. Montella comunque ha chiesto un centravanti di livello e un centrocampo tecnico: è lì che Rocco dovrà fare gli investimenti maggiori. Il budget, fair-play permettendo, non è un problema, l’autofinanziamento è finalmente alle spalle. A proposito di fair-play, che beffa la storia del Milan. L’anno scorso venne ripreso per i capelli, anche se era chiaro che il Diavolo era fuori da ogni parametro UEFA. Oggi invece potrebbe finire escluso dalle coppe in cambio di un altro anno di tempo in cui mettere i conti a posto. Stavolta però non ci sarà la Fiorentina ad aspettare la sentenza. Stavolta, semmai, sarà il Toro a giocare i preliminari. E’ il prezzo da pagare dopo un anno sciagurato. Che anche Commisso vuol cancellare il più in fretta possibile.