ANDREA DELLA VALLE SUBITO A FIRENZE
La Fiorentina rischia, non rendersene conto sarebbe la madre di tutti gli errori. La partita di Roma nella sua pochezza - la Lazio non ha fatto niente per vincerla e l’ha vinta, la Fiorentina ha fatto ancora meno e l’ha persa - è il grande megafono della crisi viola. Le tante assenze – Gamberini, Cassani, Amauri e Olivera - non servono a giustificare il vuoto pneumatico della Fiorentina. Neppure il gol annullato a Cerci che forse era valido.
La squadra è fragile come l’argilla. I giocatori sono involuti, il gioco è un concetto astratto, l’attacco non punge, il centrocampo non costruisce né difende, la difesa ancora una volta ha preso un gol tutta schierata, come era accaduto sul primo centro di Cavani a Firenze. Da Mihajlovic – allenatore volenteroso ma alle prime armi – a Rossi, – tecnico esperto e con buoni risultati in carriera –, lo scenario non è mutato, anzi se è possibile è addirittura peggiorato. Significa che il tarlo è nel gruppo: sfinito, sgonfiato, impaurito, sbagliato. Vuol dire che le colpe nascono tanto tempo fa con scelte errate e con la sottovalutazione dei problemi reali. La classifica racconta impietosamente che i viola sono in lotta per non retrocedere: nel 2012 hanno perso già quattro volte e ora sono alla terza sconfitta consecutiva. Nelle ultime cinque gare hanno subìto nove reti. In trasferta l’anemia offensiva è devastante: solo quattro gol realizzati, di cui tre a Novara e uno a Torino con la Juve (altra sconfitta).
I processi sono rimandati a maggio. Ora è facile e giusto sostenere che una società come la Fiorentina non può avere un parco attaccanti così scarso dal punto di vista numerico, ma il ragionamento non porta punti. Invece i viola devono pensare a salvarsi e meno male che c’è una partita da recuperare, il 7 marzo a Parma. Lecce e Siena spingono alle spalle: sono formazioni pronte a lottare con la forza della disperazione, i campioni o presunti della Fiorentina certamente no. A questo punto non conta più la tecnica, ma la forza del temperamento. Chi avrà la testa più algida si salverà.
Il momento è talmente difficile da essere gestito con un’unità di crisi: l’unica soluzione possibile è l’arrivo immediato di Andrea Della Valle a Firenze. Se la Fiorentina è in queste condizioni è perché la politica societaria è fallita e dunque solo la proprietà può rimettere a posto le cose. Con la vicinanza concreta, cioè la presenza: non trascurando neppure il più piccolo dettaglio, stando sul pezzo a controllare tutto. Guardando con i propri occhi, ascoltando con le proprie orecchie. Della Valle proprio giovedì scorso ha avuto il coraggio di fare autocritica, parlando degli errori compiuti. Bene, traduca in pratica questi buoni propositi. La Fiorentina adesso ha bisogno più che mai del suo patròn.
Il disastro è servito. Si stratta di non finire un capolavoro all’incontrario, emulando tragicamente la Sampdoria di un anno fa. In ballo c’è la società dei Della Valle, i loro investimenti, il futuro della Fiorentina e soprattutto l’amore di Firenze e dei fiorentini. Con gli affetti non si scherza, neppure col calcio. Andrea Della Valle venga a Firenze, subito.
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana