SEMIOLI chiama Obinna «A Firenze può crescere»

27.07.2007 08:17 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Gazzetta dello Sport

«B
obo Vieri non russa e va a letto presto ». Prima risposta, prima notizia: l'orso va a dormire con le galline. Ok, ma ora basta. Pure Franco Semioli merita un po' di attenzione. Ha 27 anni, inseguiva la Fiorentina da «due stagioni». Poi arriva e s'imbatte nel ciclone Vieri. «Che male c'è?Bobo è un campione e io sono abituato a pensare alla squadra». Semioli da Ciriè, un «calciatore atipico ». Uno che vorresti avere come vicino di casa. Capelli indietro, molto brillanti, molto ciclista anni Cinquanta. «Pedalare mi è sempre piaciuto». Nel senso: «In campo mi faccio un bel mazzo, sarà per questo che poi vedo poco la porta». Un esterno, colpi, corsa ed equilibrio tattico. Destra o sinistra? «Non fa troppa differenza ». Il Clemente Mastella del pallone. Lui ride: «Di politica non capisco nulla, preferisco fare shopping».
Semioli, partiamo da Ciriè?
«Il mio paese, a 15 chilometri da Torino. Qui ci sono i miei genitori e i miei amici vero. Appena posso torno a casa, almeno una volta a settimana, con mia moglie Antonella».
Da Ciriè alle giovanili del Torino...
«Dove sono cresciuto. In prima squadra c'era gente come Asta e Lentini. Mi sono portato dietro per anni l'etichetta del "futuro Lentini".

Era un giocatore straordinario, dirompente. Così come Asta, con lui ci sentiamo ancora al telefono, ora allena i ragazzi del Toro».
Una telefonata a Lentini?
«No, forse quella storia dell'erede designato ancora mi pesa un po'».
Perché ha scelto, da due anni, la Fiorentina?
«Perché è la squadra che mi voleva davvero. E poi qui c'è quell'organizzazione, quella serietà, che ho trovato sempre a Verona. E' come il Chievo, ma ha il pubblico».
Che fa, rinnega? (ride)
«Non scherziamo, al Chievo ho vissuto i migliori anni della mia vita. Ma avere un pubblico un po' meno numeroso può essere penalizzante. Andar via è stato, anche, doloroso. Ho incontrato il presidente Campedelli, mi ha stretto la mano ed era molto triste».
Stadio di Bologna, Catania- Chievo, il giorno della retrocessione: esce dal campo e dice che «era tutto già scritto». Ci spiega?
«Già spiegato in un lungo interrogatorio».
Può rispiegarlo?
«Una risposta data in un momento di grande rabbia. Tutto qui».
Tutto?
«No, quella prima della gara era stata una settimana strana: tutti dicevano Catania- Chievo sarebbe stata la partita decisiva. E Siena-Lazio? E Reggina-Milan? Perché la nostra partita era l'unica quotata e le altre no?».
Ora da Chievo potrebbe arrivare pure Obinna...
«Magari».
Conferma?
«Queste risposte non competono a un giocatore, ma alla società. Dico solo Obinna ha qualità tecniche straordinarie. Con un grande allenatore come Prandelli crescerebbe ancora, anche tatticamente. E ora scusate, vado a fare un pisolino ». Bobo è già in camera.