COR. SPORT, Ikoné e i (non) paragoni coi big storici
Sul Corriere dello Sport è presente un fondo a cura di Alberto Polverosi relativo a Jonathan Ikone: “Il francese sta cominciando ad avvicinarsi alla dimensione del buon giocatore. […] Il problema dell’ex del Lilla è lo stesso di tutta la Fiorentina: gol pochi, pochissimi, quasi rari. […] Per questo non ci sembra il caso di ricorrere al confronto con Luciano Chiarugi, ala del secondo scudetto della Fiorentina, capace di segnare 33 gol in 140 partite di campionato, 13 in 28 di Coppa Italia e 12 in 21 nelle coppe europee. Anche Chiarugi amava tantissimo il dribbling, ma al momento buono sapeva cosa fare e dove mettere il pallone.
Evitiamo soprattutto paragoni con i protagonisti di quel ruolo delle epoche precedenti, era un altro calcio e soprattutto Julinho e Hamrin erano altro calciatori. Così come Daniel Bertoni, il puntero, ala di una classe fantastica, di una tecnica tagliente. […] Ma anche in tempi più recenti la Fiorentina ha avuto ali, o attaccanti esterni, di primo piano. A Firenze ricordano ancora le gesta dello spagnolo Joaquin, o Momo Salah. […] Prima di Salah, acquisto-lampo (nel senso che arrivò e se ne andò nel tempo di un lampo) dei Della Valle, la grande ala dei Cecchi Gori era stato l’ucraino e nazionale russo Andrej Kanchelskis. […] Poi Cuadrado, soprannominato la vespa, e Federico Chiesa anche se della famiglia Chiesa il vero cannoniere in viola, giocando esterno o da seconda punta, è stato suo padre Enrico”.