VISTA DALLA CURVA: TANTI PICCOLI OMETTI MARRONI

La partita vista dalla Fiesole
02.04.2012 00:00 di  Vedo Viola   vedi letture
VISTA DALLA CURVA: TANTI PICCOLI OMETTI MARRONI
© foto di Firenze Viola

E io che pensavo che questo 1° di aprile scorresse liscio come l'olio, senza pesci o scherzetti vari. Bada invece che bella balena mi si è arenata sul groppone. Io mi chiedo che cosa ho fatto di male per meritare questo periodico supplizio. Il livello di frustrazione è talmente alto che a caldo scriverei qualche paginata di insulti, a bersagli multipli. Proverò invece a rendervi partecipi di come ho vissuto l'ennesima prestazione sconcertante di una banda del buco formata da alcuni soggetti di una pochezza a livello di orgoglio e attaccamento alla maglia imbarazzante. Di fronte c'è un avversario non certo irresistibile, con relative preoccupazioni di classifica, quindi un po' tutti in settimana eravamo abbastanza fiduciosi ti fare bottino pieno, sapendo che il Lecce probabilmente avrebbe fatto altrettanto col Cesena. Nell'attesa che cali il sipario su questo raccapricciante campionato, l'attenzione di molti è rivolta alla scelta del nuovo ds che tarda ancora ad arrivare, con conseguente rallentamento di tutto il resto. Vabbè, prima pensiamo a salvarci.
Arrivo una mezz'ora prima, tanto non c'è fretta viste le presenze annunciate in settimana. La delusione e la rabbia per l'oscena batosta contro i gobbi è ancora ben scolpita nelle menti di tutti noi, infatti ci sono evidenti "vuoti" sugli spalti, e si preannuncia un primo tempo seguito in rigoroso silenzio. I consueti e doverosi auguri all'unico 10 sono conseguentemente un po' più malinconici del solito, con una Fiesole senza i vessilli dei club, ma vengono esposti due striscioni molto belli firmati 7B, che potete ammirare a fondo pagina.
Alla lettura delle formazioni pochi fischi, pochi applausi e molta indifferenza. Poi si comincia, in un silenzio surreale rotto sporadicamente da qualche fischio o applauso che accompagna la giocata di turno. Un lungo striscione toglie ogni dubbio sui motivi di quest'atmosfera: "In silenzio per non dimenticare". E chi potrà mai riuscirci. L'inizio che tutti si aspetterebbero è di vedere una squadra che pressa, morde, e schiaccia subito l'avversario. Il tutto con l'obiettivo di far capire fin da subito chi più tiene a portare a casa questi tre punti. Invece si giochicchia, con un Chievo che rischia poco o nulla, con Jovetic che non sembra in gran giornata e Amauri che in gran giornata a Firenze non l'ha ancora visto nessuno.
A metà del primo tempo arriva la frittata di Natali: perfetto cross al centro per l'accorrente Pellissier che porta a spasso Gamberini e Boruc e deposita in rete. Si comincia bene, anche pensando alla proverbiale prolificità del nostro attacco. Solito errore di superficialità e mancanza di concentrazione che a turno colpisce puntualmente qualcuno dei nostri. Che dire, vorrei dirne tante, ma non posso. Il resto della prima frazione scorre via nel silenzio generale, e nell'attesa di una reazione che non arriva. Attesa trascorsa a sedere, come gran parte della Curva. L'intervallo è quasi un sollievo: per reggere uno schifo del genere ci vuole almeno una pausa. I nostri eroi si beccano qualche fischio, ma non è niente in confronto a quello che meriterebbero.

Ci si preoccupa di capire cosa stia facendo il Lecce, per fortuna fermo sullo 0-0.
Si ricomincia, e dagli spogliatoi non rientra Amauri, ormai dal rendimento in caduta libera, ed entra Ljajic. Le perplessità aumentano, e la mente non può che tornare al ridicolo mercato di gennaio, che ci ha lasciato praticamente senza punte. Quasi quasi mi tocca rimpiangere il Tanque, roba da pazzi. Passano i minuti ma le occasioni da gol continuano a latitare, nonostante l'incitamento della Curva che riprende a cantare ad inizio ripresa. Ma solo per la maglia. Ci si chiede come si possa buttarla dentro con un Vargas che prova ad improvvisarsi centravanti. Esce anche Marchionni ed entra Lazzari, nella totale indifferenza.
Proprio Lazzari si rende utile almeno in barriera, propiziando il pareggio di Ljajic su punizione. L'unica speranza in effetti era di segnare su calcio piazzato. Meno male. Qualcuno inizia a crederci, me compreso. Poveraccio, non so ancora cosa mi aspetta. Quando ormai sembra profilarsi uno scialbo pareggio, un'altra boiata in difesa, stavolta di Pasqual, ci riporta sotto. Ed è la mazzata definitiva. A quel punto la contestazione è inevitabile, ed esplode puntualmente, anche se depotenziata dai molti di noi che non ne hanno più la forza o la voglia, tanta è la delusione. Il primo bersaglio sono i Della Valle, visti da alcuni come i principali responsabili. Poi si passa ai giocatori, "andate a lavorare", "se andate in B vi facciamo un c... così", "meritiamo di più". Ma quello al quale ho partecipato con più convinzione è arrivato dopo:  "uomini di m...a" canta la Fiesole, con il poco fiato che riesce a tirar fuori dovendo assistere all'ennesima sconfitta dopo la solita prestazione sconcertante. Molti nel frattempo iniziano a sfollare, ma stavolta la contestazione lascia il passo alla rassegnazione. Nessuna voglia di farsi sentire sotto la tribuna, solo amarezza e schifo per quanto visto. E la rabbia per un'altra domenica passata a rodersi il fegato. Non siete uomini, ma solo macchiette marroni. Che quest'incubo finisca presto, vi prego.