VIOLAZZURRO: DAI COLORI ALLA FEDE DEI CAMPIONI D'ITALIA
Una squadra che non aspetterà altro che il fischio finale assieme a una città intera, in trepida attesa di celebrare i propri beniamini tra le mura amiche, contro una compagine che proverà a rendere un pizzico più amara l’atmosfera festosa dei padroni di casa. Basterebbe questo per disegnare Napoli-Fiorentina di oggi pomeriggio, dove i neo campioni d’Italia scenderanno in campo senza niente da chiedere alla propria classifica e con l’obiettivo già acquisito.
Ma c’è di più. Perché non si tratta di una gara dove i colori azzurro e viola si mischieranno solo tra le maglie in campo, bensì anche tra le fedi dei protagonisti. Primo fra tutti Luciano Spalletti, tecnico dei partenopei che alla vigilia del match d’andata riaffiorava così i suoi ricordi a tinte viola: “Una roba da strappacuore ogni volta, io andavo sempre a vederla in Curva con gli amici, a sventolare le bandiere perché da bambino sono sempre stato tifoso viola”. Ma se il passato del certaldino da tifoso della Fiorentina è cosa nota ai più, così non si può dire per un altro artefice dello scudetto campano. Sì, perché anche Giovanni Di Lorenzo, natio di Castelnuovo di Garfagnana in provincia di Lucca, ha avuto a cuore la Fiorentina fin da piccolo: “Nostro nonno e nostra madre tifano Fiorentina, mio padre è tifoso del Napoli. Diciamo che simpatizzava per queste due squadre”, ha rivelato il fratello Diego ai microfoni di Sportitalia. Il capitano del Napoli è cresciuto infatti nella Lucchese, prima di iniziare una lunga gavetta mangiando la polvere dei campi di provincia, fino all’approdo nel calcio che conta. La sua storia col pallone però comincia da attaccante, tanto che, giusto per rimanere in tema, da piccolo proprio alla Lucchese veniva chiamato scherzosamente “Batigol”.
Come sia stata poi la sua evoluzione calcistica è storia nota: dopo aver vinto l’Europeo con la nazionale (anch’esso da assoluto protagonista), oggi Di Lorenzo è capitano del Napoli scudettato, il primo dopo Diego Armando Maradona, e avrà il piacere di godersi la festa di un popolo intero proprio contro la squadra che ammirava da bambino, la Fiorentina.
Di contro, con una classifica che vede i primi sette posti a una distanza ormai siderale, la truppa di Italiano non può fare altro che tentare di allungare sul Bologna (con i discorsi per l’ottavo piazzamento che si fanno intriganti vista la famosa vicenda Juventus) e rendere un po’ meno dolce il tripudio che in ogni caso tutta la città riserverà agli uomini di Spalletti.