SCIOPERO, Si gioca o non si gioca?

06.12.2010 11:30 di  Marco Gori   vedi letture
SCIOPERO, Si gioca o non si gioca?
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Perdonateci il toscanismo usato nel titolo, ma a volte solo certe espressioni riescono a rendere bene determinate idee. La questione dello sciopero dei giocatori ha fino ad oggi interessato solo fino ad un certo punto il popolo viola, ma ora diventa inevitabilmente di attualità anche per chi ha a cuore le sorti della squadra di Sinisa Mihajlovic. E non tanto perché i tifosi gigliati stessero preparando una “spedizione” in Friuli o fossero pronti a rinunciare ad un week-end fuori porta –maltempo permettendo- per seguire in TV i propri beniamini. Il punto è che l’incertezza che sta regnando circa alla controversia tra assocalciatori e Lega potrebbe avere sulla squadra gigliata un contraccolpo psicologico maggiore rispetto alle altre squadre della Serie A. Complici, infatti, gli impegni dell’Inter in medio oriente, la Fiorentina non disputerà in ogni caso l’incontro valido per la 17ma giornata del campionato di Serie A, che prevedeva appunto la sfida con i Campioni d’Europa. Non sarà facile per nessuna squadra lavorare durante questa settimana, ma lo sarà ancora di più in casa viola, dove si respira già aria di vacanze.

Ancora non si ha l’ufficialità, ma la squadra gigliata, ed è giusto così, oggi dovrebbe allenarsi regolarmente, come si fa ogniqualvolta si deve preparare una sfida di campionato. Siamo sicuri che i giocatori daranno anima e corpo ai “campini”, non nutriamo alcun dubbio sulla loro professionalità e, in ogni caso, i “calci nel fondoschiena” di Sinisa Mihajlovic non pensiamo facciano piacere a nessuno. Ma la predisposizione psicologica ad una gara che si forma nella testa di un atleta è qualcosa che difficilmente si riesce a cambiare. E’ venuto quindi il momento di vedere all’opera il Sinisa-psicologo, ma, più che altro, speriamo davvero che una decisione definitiva venga presa nelle prossime ore. Possiamo arrivare a capire le motivazioni dei giocatori e non ci lasciamo condizionare certo da slogan populisti, ma, allo stesso tempo, una squadra di calcio è un patrimonio non solo di chi ci gioca e nemmeno di chi la gestisce, ma soprattutto di chi la ama, il quale, ci pare, ha fino ad oggi sofferto fin troppo.