NO, YOU CAN'T
Altro che Italian Job. "No, you can't" grida la Dea Eupalla dopo la nottata europea da temperature broncopolmonitiche per le italiane. Inghilterra-Italia 3-0, senza diritto di replica. Meno amara la pillola dei viola? Troppo tardi per campanilismi che lasciano il tempo che trovano. La Fiorentina, intanto, prosegue la sua strada nella nobile arte del pallone affrontando la ben meno quotata Lastrigiana. Poca cosa, è vero, ma è ciò che c'è dietro che conta. Il riavvicinamento squadra-tifosi, l'abbraccio che torna a farsi sentire anche quando le partite sono lontane. Un passo importante, non c'è dubbio, una strategia che, visti il calore e la passione di Firenze, può funzionare, prima che le speranze Champions volgano al desio.
Le tre Grazie biancorossoverdi, intanto, salutano la Champions. La Juventus, ma questo interessa poco, istinto a parte, alla Fiorentina d'oggi, impatta sul Chelsea dimostrandosi comunque squadra compatta e combattiva. La Roma, diretta concorrente per l'Europa che conta, perde ai rigori contro l'Arsenal. Una gara frastagliata, combattuta, vorticosa, nervosa. Ed alla fine, dopo il gol del pari di Juan, è arrivato l'errore dal dischetto di Tonetto, all'ottavo della lotteria. Sfortuna, non c'è che dire, ma tutte energie psico-fisiche che se ne vanno e che rischiano di mettere a repentaglio i prossimi veri "Italian Jobs".
E poi l'Inter. Quella del Mourinho prendi-tutto e raccogli-niente, almeno in Europa. Stessa sorte di Mancini, gol all'andata escluso, niente di più e niente di meno. Sui nerazzurri rischia di rovesciarsi uno tsunami di critiche, dopo la tempesta di gioco e occasioni creata dai Ferguson-boys. La partita giusta al momento giusto, viene da pensare. Sconfiggere la corazzata, in Italia s'intende, del Mago di Setubal, sarebbe nuova e fondamentale linfa nelle vene dei gigliati. Carichi come non mai, si spera, dopo l'energia che oggi infonderanno loro i tifosi. Perché la Champions, a volte, passa anche dalla Lastrigiana.