LJAJIC, Il campioncino non ancora sbocciato

FirenzeViola.it

Era arrivato a Firenze mentre negli occhi i tifosi viola avevano ancora il talento del baby Jovetic. L'ennesimo colpo balcanico di Pantaleo Corvino si chiamava Adem Ljajic, trequartista classe '91, già seguito e pure provato niente meno che dal Manchester United. Quella era la Fiorentina della Champions League e delle future sfide al Bayern Monaco. E lui, entusiasta di venire a Firenze, ci mise un po' a calarsi nella nuova realtà, prima studiando l'italiano e poi toccando il campo del Franchi pian piano. Poi, l'estate e l'infortunio del suo grande amico Jovetic gli diedero la possibilità, con MIhajlovic, di dimostrare nei primi mesi dello scorso anno chi era quel talentino venuto dall'Est. Piede fino e dribbling stretto. In quel periodo, tanto promettente per lui quanto amaro per la Fiorentina, arrivano anche i gol. Su rigore e su azione (Col Brescia stupendo e da tre punti).

Poi l'ombra. La nuova stagione e le difficoltà a trovare spazio nel 4-3-3 di Sinisa Mihajlovic che, nel frattempo, aveva ritrovato l'amico-rivale Jovetic. Ora, a pochi mesi dall'inizio della stagione, ci si chiede se davvero potrebbe essere meglio lasciarlo partire e maturare per ritrovarlo migliore, cresciuto. Sia nel fisico che nella testa. La possibilità che venga ceduto a titolo definitivo nemmeno si può prendere in considerazione per ora anche se, proprio oggi, si parlava di un interessamento dell'Everton prontamente smentito dall'agente a Firenzeviola.it (leggi qui). Perché, sulle qualità del ragazzo nessuno può avere alcun dubbio (d'altronde fu pagato e molto: sei milioni euro più euro meno). Ljajic deve salire lo scalino che lo porterà a diventare un giocatore finito, completo e forte; ma per farlo deve giocare, deve essergli permesso di sbagliare perché nel calcio aspettare è difficile, ma è sempre la cosa più giusta, soprattutto quando le qualità tecniche sono innegabili.