FIRENZE CHIAMA, LA FIORENTINA NON RISPONDE

31.10.2011 11:00 di  Marco Conterio   vedi letture
FIRENZE CHIAMA, LA FIORENTINA NON RISPONDE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Firenze canta. 'Salta la panchina'. Sinisa Mihajlovic accenna un mezzo sorriso, a testa alta. La dirigenza non lo sfiducia, nè lo esalta. Due poli distinti, un taglio netto. Preoccupante. La città da una parte, la Fiorentina dall'altra, su due binari destinati ad incrociarsi solo con una parola chiave: esonero. Il pubblico lo chiede, sprona Andrea Della Valle a pensarci: questo gioco è l'ombra del gioco inteso in senso stretto. Nè uno schema, nè un'idea. I cambi: Vargas per Gilardino è l'espressione più catenacciara di una squadra che cerca con le unghie e coi denti di salvarsi. Un 4-6-0 che fa tanto prefisso internazionale ma che trasforma la Fiorentina in una squadra che con l'Europa difficilmente avrà presto a che fare.

La classifica non inganni troppo. E' l'anima che non c'è e in fondo Firenze non chiede che questa. Voglia, identità, cuore, rispetto. E, soprattutto, attenzione. Quella che la voce grossa dello stadio meriterebbe ma che rischia di andar scemando più che ad ingrossarsi, nelle settimane a venire. Perché contestare è lecito, rispondere è sì cortesia ma altrettanto lo sarebbe capire i perché di un malumore diffuso in città. Non solo dire "sento i fischi ma vado avanti", non solo ribadire che "è difficile lavorare con la spada di Damocle". Se è messa lì, ci sarà un motivo, chiaro e distinto.

Però le strade di Firenze e della Fiorentina viaggiano su due binari paralleli. Il rischio è che la società continui a vedere uno stadio mezzo vuoto ed a giustificarlo con le solite parole: crisi, impianto da rifare, eccetera eccetera eccetera. Tutto vero, tutto comprensibile. Ma l'amore del fiorentino, per la sua squadra, l'ha portato a fare del Franchi un catino infernale anche in C2. Quando l'Europa era un lontanissimo miraggio, è vero, ma quando la Fiorentina aveva un'anima ed il cuore era su un piatto, offerto in omaggio ad una città che sa regalar tutta sè stessa quando si specchia nella sua squadra. Adesso niente è così. Tre punti non bastano a ricucire e rinsaldare un amore, basta ascoltare la Curva dopo il 90'. 'Salta la panchina'. Più chiaro di così...