FIORENTINA, Una pochezza desolante
Una pochezza desolante. Una squadra svogliata, un tecnico che non trasmette nulla, una partita orribile. Per la Fiorentina, il purgatorio di questa stagione non sembra conoscere fine. Pareggiare con questo Bari è sintomo del malessere che sta vivendo la squadra di Mihajlovic, zero sacrificio e nessuna prospettiva. Guardare la Fiorentina è avvilente, quella del San Nicola forse anche di più visto tutto quello che è successo allo stadio pugliese. Giocatori chiamati al riscatto e che invece sembrano non avere più nessuna voglia di dare qualcosa per questa maglia. E' quasi incredibile pensare a come sia stato possibile che i viola abbiano tirato fuori una prestazione di questo tipo contro un Bari quasi in serie B, con uno stadio contro e con una contestazione in atto. Quello che per molte altre squadre è stata terra di conquista per la Fiorentina è diventata l'ennesima delusione di una stagione fallimentare. Giocatori, tecnico e società, nessuno escluso, sono chiamati ad una svolta.
E se adesso non si parla più di obiettivi si deve, però, cominciare a parlare di rispetto verso una città, una tifoseria e una maglia. Vedere quello che si è visto a Bari da parte di alcuni calciatori è inaccettabile. Si dice che una delle componenti principali del gioco del calcio sia la corsa, qualcuno lo faccia presente nello spogliatoio della Fiorentina. Si dice anche che per vincere serva avere testa e cuore più degli avversari, qualcuno tenga una lezione di questo tipo all'interno del Franchi.
Quello che più infastidisce, poi, è stato l'atteggiamento dopo il vantaggio di Gilardino, unica nota positiva in una giornata da dimenticare visto il suo 200° gol in carriera. L'invenzione del Gila doveva spianare la strada verso un successo che poteva dare nuove ambizioni alla Firenze calcistica e invece di continuare a spingere sull'accelleratore la squadra viola si è chiusa pericolosamente ma sopratutto senza una spiegazione. E chissà come sarebbe andata a finire se il rimpallo fra Donati e Boruc fosse finito in porta invece di sfiorare beffardamente la parte alta della traversa. “Vietato sbagliare l'atteggiamento. Io gioco sempre per vincere. La mia squadra si prenderà sempre qualche rischio in più per cercare di segnare. Questo è anche un messaggio per i ragazzi sull'atteggiamento che devono tenere. Questa è la mia mentalità” aveva detto alla vigilia il tecnico serbo. Figuriamoci.