CASTELLO DI CARTE

02.12.2018 10:00 di  Tommaso Bonan   vedi letture
CASTELLO DI CARTE
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Se i giocatori stanno di merda - tanto per citare Pioli -, figuriamoci i tifosi. Perché i 40.872 spettatori che ieri sera hanno deciso di riempire il Franchi (dato ufficiale), di certo non l'hanno fatto tanto per passare il tempo. Né tanto meno per "quel progetto" che qualcuno, in società, nei giorni scorsi si è adoperato ad evidenziare come motivo trainante del popolo viola che di domenica in domenica non fa mancare il proprio sostegno. Le cose, in realtà, stanno in altro modo. La passione e l'attaccamento alla maglia sono indipendenti da tutto, sono parte integrante del tessuto. A prescindere da come vadano le cose. A prescindere dal risultato - è la storia che lo dice - Firenze risponde presente.

A maggior ragione in una serata dove già le premesse, per usare un eufemismo, non erano delle più rosee. A maggior ragione in una sfida in cui tutti i numeri alla mano già prima del fischio d'inizio non permettevano di fare troppi voli pindarici. Ma Firenze è così, forse trascinata anche dalla necessità di reagire ad un periodo grigio sotto il punto di vista dei risultati. Dopo cinque pareggi consecutivi, molti dei quali da dimenticare, tanta era la voglia di assistere ad un cambio di rotta. Chi meglio della Juventus per svoltare, per trovare un sussulto, un pertugio nella triste piega che sta prendendo la stagione viola. 

L'occasione era quella giusta, almeno per vedere qualcosa di nuovo, se non la vittoria, comunque per provare a ritrovare la spensieratezza di inizio campionato. E magari qualche trama di gioco in più. Lo spettacolo sugli spalti, invece, è stato diametralmente opposto a quanto fatto vedere in campo da Simeone e compagni. Impossibile, dunque, negare la delusione per un risultato che - al netto del livello di un avversario estremamente più forte - non fa altro che appesantire ed aggravare una classifica sempre più anonima

E adesso, anche vedere il bicchiere mezzo pieno risulta esercizio assai complicato: la striscia di imbattibilità (così come qualcuno aveva voluto rinominare gli scialbi pareggi) non c'è più, e anche la fin qui affidabile difesa viola comincia a mostrare qualche crepa di troppo. Un castello di carte, già fragile di suo, che inizia ad oscillare pericolosamente. Con la prossima trasferta di Sassuolo che già pesa come un macigno.